Nella giornata di ieri, è venuto a mancare Nicola Tullo, pittore di grande fama e professore presso i licei artistici, residente da anni a Corato, ma di salde origini bitontine.
Il professor Nicola Pice, presidente della Fondazione De Palo-Ungaro, che ha recepito gran parte delle opere del maestro, lo ha ricordato così: “Uomo di profonda cultura e di grande onestà intellettuale, è stato un pittore che non ha mai smarrito la coscienza di sé, sempre proiettato in quel voler penetrare nel mistero della vita. Egli, vivendo fortemente nel suo intimo le lacerazioni del nostro tempo e il dissidio interiore tra realtà – vuota e scarna – e irrealtà – corposa e sanguigna, ha saputo sviluppare una pittura assai incline a sottolineare il dramma esistenziale di uomini e cose, senza rinunciare ad un sottile lirismo, alla costruzione sapiente della architettura dello spazio e dei piani, privilegiando un colore a campitura piatta, con i personaggi come sospesi fuori del tempo, immersi in un’atmosfera di smisurato silenzio e di solitudine immensa. Non ha mai cambiato intenti poetici, restando fedele a sé stesso, alle sue inquietudini, ai suoi maestri, soprattutto Sironi, ma anche i pugliesi Stifano, Spizzico e De Robertis. Anni fa volle donare alla città un gran numero di quadri oggi costituenti la pinacoteca Ninive allocata negli spazi museali della Fondazione De Palo-Ungaro. Qui sono raccolte non poche opere del maestro Tullo, nelle quali è possibile ritrovare la sua arte e scoprire il suo mondo popolato di sintagmi del pensiero, di miti della cultura classica, di figure umane, che riflettono la tragicità della solitudine, ricercano il senso dell’esistenza, esprimono il bisogno di dialogo, nutrono un sentire religioso, e poi un mondo paesaggistico segnato da fabbriche e case i cui volumi sono ridotti all’essenziale. La città di Bitonto non può non esserGli grata”. Lo scrittore e giornalista Marino Pagano, presidente del Centro Ricerche e Studi ne ha tracciato un efficace ritratto: “Un uomo pensoso, culturalmente figlio del Novecento, Nicola Tullo, docente, artista di livello e spessore, scomparso all’età di 87 anni. Bitontino ma coratino d’adozione, era rimasto assai legato alla sua città natale. A Bitonto, alla Fondazione De Palo-Ungaro, ha donato ingente parte della sua produzione. Va riconosciuta e ricordata la sua cultura politica, anche se in realtà sarebbe meglio da definirsi come ‘metapolitica’. Affascinato da una destra sociale ed antiliberista, fu ammaliato dal bello e dalla ricerca estetica intesi come risposta di senso al decadimento del mondo moderno. Amava i retaggi ancestrali, divini e laici insieme, mitologici. Un pensiero che era stato grande anche in arte ed alla cui scuola pittorica egli si era instradato con successo di critica e pubblico. Amava ricordare il primo Julius Evola, misconosciuto teorico dadaista; fu attratto da Ottone Rosai ma fu poi Mario Sironi su tutti -da lui riletto e reinterpretato in chiave esistenzialista ed a tratti anche espressionista- il suo maestro, nelle maestose forme plastiche, di notevole incisività. Tullo ha spesso firmato le copertine della rivista Officina, interessante fucina culturale dell’area rautiana del Movimento Sociale Italiano, partito di cui fu anche consigliere comunale a Corato. Ma era una persona e personalità il cui valore e le cui elaborazioni culturali ed artistiche hanno interessato tanti e così sarà, nell’eternità, per il suo lascito intellettuale. Di lui rimarrà anche il ricordo di una persona di poche parole, essenziale; dalle maniere semplici ed antiche e dallo sguardo profondo verso l’Oltre”. Per il sindaco Francesco Ricci “con la sua arte ha raccontato il dramma esistenziale di uomini e cose senza mai perdere originalità e sguardo critico. I suoi insegnamenti continueranno a vivere all’interno degli spazi museali della Fondazione De Palo – Ungaro, dove sono custodite molte delle sue opere originali. Bitonto, Palombaio e Mariotto ti saranno per sempre grati”.