Più che potature, sembrano mutilazioni. E di questo Gino Ancona, difensore civico in pectore della città, proprio non si capacita. “Come si fa ad intervenire sulle piante in tarda primavera e in estate, quando i manuali di botanica indicano di farlo d’inverno e solo per rimuovere il secco?”, è solo il primo degli interrogativi che costellano la dolorosa passeggiata in Villa comunale, attraverso quel che resta delle tracce del verde pubblico della città.
Destano preoccupazione soprattutto i lecci spogli e morti – impressionante quello dinanzi alla fontana nei pressi del chiosco che un tempo era monumentale – e quelli giovani e di già rinsecchiti. Incredibile.
“Stanno facendo una strage di lecci. Nei viali laterali non esiste più una galleria che portava fresco e arginava le emissioni nocive. Questa è un’autentica violenza alla storia e al futuro della comunità: alberi tagliati con interventi improvvidi e sconsiderati o forse delittuosamente mirati. Guarda, qui molti rami erano vivi e, eliminandoli, hanno ucciso gli individui vegetali. Fino a qualche anno fa si levavano stormi di uccelli ora non c’è più un cinguettio, Assurdo”, esclama quasi sbigottito.
E prosegue la disamina: “Ma d’altronde questa è l’impostazione culturale di questa amministrazione: creare eventi di dubbio valore che tirano danaro pubblico a favore del privato. Giovani generazioni dedite ad alcol e droga lì dove una volta gli artigiani attraevano i bambini che volevano imparare un mestiere per crescere. Tutti i ragazzini sanno dove approvvigionarsi di droga, possibile che chi è preposto a fronteggiare il fenomeno non sappia nulla? Fenomeno che è una vera e propria operazione di Stato, come testimonia il video di Rai Storia intitolato operazione Blue Moon”.
Gino affonda ancora più il tackle: “Ovunque, e si può facilmente verificare, la movida ha portato rovina sociale. E questi non sono errori, ma bisogna parlare di volontà criminale quando c’è una organizzazione politica che gestisce il territorio in questo modo. Il principio è il seguente: creare danni, lucrare fingendo di ripararli e generare altri danni per saccheggiare ulteriormente il patrimonio pubblico e adesso se lo vogliono pure vendere. Frattanto, si alimenta una delinquenza estremamente utile a questo sistema. Monumenti assediati da strutture fisse che modificano il paesaggio e dire che, secondo il decreto Urbani, oggi Codice dei beni culturali e del paesaggio, mostruosità del genere non dovrebbero essere ammesse. Ma intanto a Bitonto ognuno fa come gli pare. C’è un disinteresse totale per tutto quello che riguarda il bene di una comunità”.
La conclusione di Ancona è tanto logicamente consequenziale quanto tristemente amareggiata: “Come dicono tutti i più grandi mafiosi, la mafia non esiste ed hanno ragione, perché la mafia non è altro che un sistema di relazioni più o meno occulto, Ciò è un sistema basato sulla convenienza e sulle convenienze e cioè in sistema politico di gestione del territorio e quindi degli affari che in questo e con questo territorio si vanno a fare, intendendo il territorio non soltanto come stretto luogo fisico, ma come area di influenza e influenzabile, ricorrendo anche alla forza delle armi e ad altri strumenti di coercizione per affermare e confermare il sistema di relazioni. Lo stato e dunque le amministrazioni fanno la stessa cosa, solo che il sistema di relazioni viene apparentemente codificato”.