La
richiesta, quella che viene fatta da anni ma puntualmente
inascoltata, è in pratica sempre la stessa: potenziare il Presidio
territoriale di assistenza (P.t.a), cioè quello che un tempo era il
nostro ospedale.
In
particolare, questa volta nella lente di ingrandimento della Consulta
del volontariato finiscono le lunghissime di attesa per i più comuni
esami ambulatoriali. La causa? Semplice, non c’è il personale.
Succede,
infatti, che nella struttura di via Comes le visite cardiologiche,
l’Eco radiologia, di Pneumologia, Otorinolaringoiatria, Reumatologia
e Allergologia abbiano le agende bloccate a causa di una (evidente)
carenza di risorse umane e tecnologiche.
Non se
la passano meglio neanche in Oculistica, Diabetologia, Radiologia,
Dermatologia, Ginecologia (per una semplice visita), Eco Fisiatria ed
Endocrinologia, dove le liste d’attesa – sì, proprio quelle che
l’ex presidente della Regione Nichi Vendola aveva promesso dieci anni
fa di abbattere – vanno ben oltre i 60 giorni. Motivo? Non cambia,
mancano gli uomini.
Stesso
discorso vale per la Neuropsichiatria (visite e presa in carico
minori e adolescenti) e per il Servizio di integrazione scolastica
degli alunni con disabilità.
Qualcosa
che non va – segnalano dalla Consulta – succede anche per
effettuare un esame di Elettromiografia (per intenderci, quel
consulto che serve a
valutare la funzionalità
dei muscoli) ci sia più di qualche problema perché è impossibile
usare l’elettromiografo, per il quale si chiede l’immediato
ripristino.
Senza
dimenticare il servizio 118 che rischia di perdere il medico a bordo
e il Punto di primo intervento che non può accedere alle consulenze
diagnostiche e specialistiche nei Percorsi diagnostici.
Poi
ci sono le carenze strutturali.
Da
anni, infatti, dalla Azienda sanitaria barese hanno promesso lavori
di adeguamento dell’ex ospedale di via Comes nonché della sede per i
Servizi per le tossicodipendenze (Sert) di via Castellucci. Poco o
niente si è fatto nonostante i soldi siano già stati trovati.
Richiesto, allora, un report dei lavori fatti e dei fondi residui.
Davanti
a questo scenario (non dimentichiamolo, non nasce ieri ma peggiora
giorno dopo giorno), la Consulta del volontariato chiede due impegni
precisi.
Da
un lato, «la
convocazione – si
legge nella richiesta presentata ai vertici Asl, regionali e comunali
–presso il P.t.a di Bitonto di una conferenza di servizi
interistituzionale e degli organismi di partecipazione per
condividere il cronoprogramma delle azioni da intraprendere per il
superamento dei disagi e l’attuazione del concreto potenziamento a
tutela della comunità di Bitonto, Palombaio, Mariotto e dell’ambito
territoriale».
Dall’altro«lasottoscrizione di un Patto di corresponsabilità istituzionale
partecipato tra Regione Puglia, Asl Bari, Città Metropolitana,
Comune di Bitonto, Consulta del Volontariato, Comitato consultivo misto DSS 3 ASL BARI, medici di Medicina generale, pediatri di Libera scelta, per la pianificazione strategica integrata e coordinata in
rete degli interventi e delle risorse da destinare per il
potenziamento strutturale, dei servizi sanitari, tecnologico e di
risorse umane ASL Bari nel P.t.a di Bitonto».