La casa dei nonni è un po’ come la fabbrica dei sogni, la tana dell’infanzia mai andata, di una vita che continua a rigenerarsi negli occhi di nuovi bimbi che allargheranno la famiglia ad oggi composta da 8 figli sposati, 33 nipoti e 17 pronipoti. È stata creata da due persone speciali che continuano ad essere la mia certezza, nonna Sabina e nonno Emanuele. Vivere te, mia grande donna, giunta alla tua veneranda età di 100 anni sprigiona un amore impareggiabile. Quel sentimento puro in cui non smetterò mai di credere e che non tutti sono in grado di donare al giorno d’oggi, motivo per cui da te nonna si ha solo da imparare. Ne hai incontrata, soprattutto ieri, di gente che ti ha chiesto come tu abbia fatto ad arrivare fin qui. Il segreto? Forse è “avere gli occhi sempre aperti”, come dici tu, cercare di non pensare “alle chiacchiere” e di difendere con gelosia e fede le cose a cui tieni perché al mondo esisterà sempre invidia, cattiveria ma nessuno potrà mai privarti dei tuoi sogni, dell’amore e di quello che giorno dopo giorno riuscirai a costruire e realizzare con le tue mani. In fondo, fa parte della tua indole, della tua nobile arte di ricamatrice. Hai tessuto fili, trame di racconti e valori da tramandare, lo hai fatto con pazienza, abilità e semplicità. Cosa si nasconde in tutto questo? Persone, l’idea che ognuno nella sua preziosa diversità può trovare il modo di non innalzare muri e non lasciare la mano dell’altro, fare rete, comunità. È questo che colpisce tutti di te e penso sia stata anche una carezza per quel primo cittadino Francesco Paolo Ricci che tu hai chiamato figlio, già qualche minuto dopo averlo conosciuto, e che ha visto in te quello che cerca di infondere nella sua di grande famiglia, Bitonto e le frazioni di Mariotto e Palombaio. Lo confermano le parole che ha speso come suo augurio: «Sono emozionato perché uno dei miei primi atti ho sempre detto fosse quello di fare un appello alla città per riscoprire il senso di comunità. Invito tutti i concittadini a pensare in positivo, anziché sparlare dell’altro, a parlare bene e benedirci tutti quanti, a ritrovare quello spirito di appartenenza alla città». Quello che è successo ieri nella casa dei nonni Sabina ed Emanuele «è l’esempio di come dovremmo ripartire tutti quanti dopo due anni di pandemia e disagi. Questo significa affrontare i problemi senza difficoltà. Io ci sto per avvicinarci l’un l’altro e quale modo più bello se non venendo a prendere gli insegnamenti di questa signora che è anche mia nonna. Conoscete la mia storia, la mia famiglia siete voi: i cittadini -ha concluso Ricci-. Ritroviamoci tutti in questa direzione e io credo che si possa migliorare». Insieme, si può essere in grado di mettere pace ovunque e diffondere sempre e comunque bellezza. Grazie nonna e buon compleanno ancora, continueremo a raccontarci favole su quel gradino dove tu mi ricordi bambina e ora mi vedi donna.