Grave lutto nel mondo della cultura, bitontina e non solo.
Dopo lunga malattia, si è spento ieri il professor Felice Moretti.
Felice Moretti era un sincero appassionato di storia, micro e macro, come s’addice ad un seguace di Jacques Le Goff qual egli era.
Già, era uno studioso nel senso più puro ed etimologico del termine.
Così, i suoi saggi – spesso pubblicati sulla rivista Studi Bitontini del Centro Ricerche, di cui è stato pure prolifico animatore – prendevano le mosse da gesta locali per lumeggiare magistralmente vicende universali.
Nelle sue pagine rivivevano Federico II e san Francesco come Luca Apulo e Frate Antonius.
Il Medioevo per lui non aveva segreti, fra ascosi fermenti culturali e mistica ascesi, fantastici bestiari e letteratura omiletica.
Insomma, Felice Moretti era uno specialista di quell’epoca fintoscura, era il nostro Franco Cardini (suo amico, peraltro), anche per il suo stile sapido e accattivante. Ecco, questo va ricordato soprattutto del professore: il sorriso, l’ironica levità con la quale ammantava ogni esperienza vissuta.
Era fiero del suo passato da atleta in gioventù e dell’ufficio pubbliche relazioni delle Ferrovie dello Stato, che lui aveva quasi ideato.
Era stato per breve tempo amministratore a Palazzo Gentile, ma per poco non ci aveva rimesso la salute. Uno come lui, lassù, mah…
Ma dicevamo della simpatia che lo connotava, mai disgiunta alla sottile intelligenza e alla profonda cultura.
Persino l’ultima volta che ci siamo incontrati, sul lungomare di Santo Spirito al tramonto dell’estate, Felice, poggiato al bastone e alla onnipresente splendida moglie, mi fulminò con una delle sue inconfondibili battute.
Quel giorno, il sole guizzava sulle onde frangendosi in lame di luce, che si perdevano nell’azzurro tutto che erano mare e cielo.
Ecco, proprio lì dove dove ora riposa il cuore di Felice Moretti…
In passato, il professore è stato un valente collaboratore del nostro periodico mensile “da Bitonto”.
La redazione e l’editore stringono in un affettuoso abbraccio la famiglia in questo momento di grande dolore.