Da
un lato c’era quel bambino che chiede ai genitori di preparare i
panzerotti dopo che mamma e papà avevano litigato. Dall’altro quel
pargolo che chiede scusa a un amico per essere arrivato tardi a un
appuntamento, o magari per averlo escluso da un ritrovo con altri
piccoli compagni.
E
poi tanto altro.
AllaBiblioteca comunale, sabato, si respirava aria di “giustizia
riparativa”, quell’approccio orientato a considerare il reato
principalmente in termini di danno alle persone e che quasi “obbliga”
l’autore a porre rimedio alle conseguenze lesive della sua condotta.
Il
tutto attraverso disegni, schizzi e immagini realizzati dai più
piccoli. Ma anche con laboratori di taglio, cucito e improvvisazioni
teatrali.
Alcuni alunni dell’Istituto comprensivo Cassano-De Renzio, gli utenti del
progetto Chiccolino e quelli del centro diurno gestito dalla
cooperativa sociale Eughenia
Ai
quali è stato chiesto quando
si sono sentiti dei “riparatori”.
Sono
stati loro i protagonisti di “Storie
di riparazione”,il progetto organizzato dalla Cooperativa C.r.i.s.i in collaborazione
con il Comune di Bitonto, ed evento rientrante nella Restorative
Justice week 2015, quella serie di quattro incontri a livello
nazionale (non solo Bitonto, ma anche Como, Sassari e Roma)
organizzata, appunto, per meglio capire cosa sia la giustizia
riparativa.
«Il
lavoro dei nostri alunni – ha ammessoAnna Bellezza, dirigente dell’istituto “Cassano-De Renzio” – ha
insegnato tantissimo anche a me ma agli adulti in generale».
«Abbiamo
accolto – ha
sottolineato Anna Maria Cutrone, docente di un gruppo di alunni
partecipanti all’iniziativa – con
entusiasmo la proposta perché quello che proponeva cooperativa si
inserisce nella nostra programmazione curriculare. Durante
i lavori, la nostra classe è diventata una polis, sperimentando le
più svariate forme di democrazia».
«L’esperienza
da giudice minorile – ha
affermato ai nostri taccuini Rosa
Anna De Palo, già presidente del Tribunale per i minorenni di Bari,mi
ha insegnato come il bambino ha una grande capacità di andare verso
l’altro senza guardare troppo alle sue connotazioni e ha maggiore
sensibilità nel ricucire meglio i torti subiti. Lo dimostrano i
casi in cui a un bambino si propone un genitore: il primo non fa
alcuna differenza, l’adulto fa molti distinguo».