Un velivolo a zero emissioni, per favorire lo spostamento, in modo green, degli atleti in gara nelle Olimpiadi invernali 2026 tra le città del nord Italia, sedi della manifestazione sportiva.
Il futuro dell’aeronautica è all’insegna dell’innovazione e della salvaguardia dell’ambiente per quattro giovani studenti del Politecnico di Torino, vincitori del “Future Innovators Award”.
La 22enne bitontina Chiara Ricci e i suoi colleghi Jafar Mohaddes Zadeh, Luca Pasqualin ed Elisa Sperandio, tutti al primo anno di corso magistrale in Ingegneria Aerospaziale, sono stati infatti premiati dalla PACE Aerospace & IT, da oltre vent’anni azienda leader nello sviluppo di software nel campo dell’ingegneria aerospaziale.
Il team “Anemoi” (la personificazione dei venti, secondo la mitologia greca) si è distinto infatti nella prima edizione del concorso “PACE Future Innovators Awards in Aircraft Preliminary Design”, organizzato in collaborazione con EUROAVIA (European Association of Aerospace Students).
“Eccezionale dedizione, competenza e creatività” le doti riconosciute dagli organizzatori ai quattro ragazzi, che hanno primeggiato sulle altre tredici squadre in concorso, provenienti da Italia, Francia, Spagna, Turchia, Egitto e Croazia.
La forza del progetto di Chiara e compagni risiederebbe nella cura posta ad ogni dettaglio del loro Zephyros FE-17, velivolo all-electric, utile a coprire la tratta Malpensa – Cortina.
Tra le scelte operate dal team, documentate e motivate nel report tecnico, a colpire la giuria è stata l’introduzione di alcune caratteristiche: un paylod massimo per la categoria utility (per un numero di nove passeggeri trasportabili); un range di 700 km con quattro pacchi di batterie installati, per un viaggio di andata e ritorno senza l’obbligo di ricarica a metà percorso e con una percentuale di carica residua per le emergenze; una stima meticolosa dei pesi trasportati, resa possibile grazie all’invenzione di una formula che tiene conto dell’uso di materiale composito nella struttura del velivolo laddove necessario per poter rispettare i limiti della normativa; l’ottimizzazione della traiettoria tramite Google Earth; un disegno schematico della fusoliera per la rappresentazione dei sedili e dei porta-bagagli; l’uso di un processo iterativo per la realizzazione di un design alare fattibile.
Non solo. Il gruppo ha studiato due diversi approcci, possibili grazie alla tecnologia 2050. Nel dettaglio, mantenendo invariato il peso delle batterie, che risultano però molto più efficienti a livello di prestazioni, si è studiata la possibilità di percorrere la tratta Milano-Dubai con nove persone a bordo. Passeggeri che potrebbero diventare 32, se si riduce il numero di batterie al minimo indispensabile per eseguire la traiettoria considerata, liberando peso per ottenere ulteriore payload.
“Per ora, Zephyros FE-17 resterà solo un progetto su software” racconta la bitontina Chiara Ricci che, tra i banchi del Politecnico di Torino, ha trasformato la curiosità per l’ingegneria aerospaziale in vera passione.
“Dopo la laurea triennale, conseguita a luglio scorso, mi sto specializzando in sistemi propulsivi. Ma ho anche un particolare interesse per il campo dei materiali innovativi” rivela la 22enne, con grandi sogni per il futuro.
“Mi piacerebbe lavorare nel campo della propulsione aeronautica come progettista o entrare a far parte di un ente certificatore di motori. Ma non escludo la strada della ricerca in ambito del volo supersonico (argomento su cui tra l’altro verteva la mia tesi di triennale), associata all’insegnamento in università”.