Chissà se si può parlare di successo per una manifestazione che doveva essere un funerale, ieri sera.
Nello slargo antistante Porta Baresana, ad un respiro da Piazza Cavour, davvero tanti docenti, in silenzioso cerchio, vestiti di nero e con lumini accesi in mano, hanno celebrato con un composto “flash mob” le esequie della Scuola, che pure una Riforma del Governo Renzi vorrebbe finalmente rendere “Buona”.
Quanta dignità fra quei docenti di ogni ordine e grado, oltre al consueto sentimento misto di rabbia e rassegnazione.
“Se dovesse passare questa nuova idea di scuola, si creerebbero disagi e problemi per tutti. Chi è di ruolo, chi sta per entrarci dopo decenni di gavetta, chi vorrebbe insegnare e non trova sbocchi. Non solo, ma dare ai presidi il “potere di vita o di morte” sui docenti aprirebbe inquietanti prospettive di servilismo necessario per mantenere il posto di lavoro“, si lamenta Vincenzo.
“Oggi ho letto sul giornale che i ragazzi stanno rifiutando i contratti all’Expo perché i compensi ammontano a circa 1300-1400 euro. Se sapessero che equivale allo stipendio medio di un professore…“, osserva con mestizia Giovanna.
“Io ho avuto tanto dalla scuola e vorrei che la potenziassero, piuttosto che indebolirla“, rilancia Michele, fresco ex studente.
Già, perchè numerosa era anche la “colonia” di ragazzi da poco maturati radunatisi per manifestare sincera solidarietà alle “vittime” del ddl e non solo.
Anche di un immaginario collettivo che da troppo tempo considera le scuole stipendifici e i prof nullafacenti.
Senza sapere che molti di loro si portano il lavoro a casa – e non ci riferiamo solo ai compiti in classe, che pure sono da pensare e da correggere, ma ce ne sono d’insegnanti che la notte non dormono per risolvere le intricate questioni esistenziali dei loro alunni, spesso all’insaputa dei dirigenti – o che hanno rischiato la vita per andare a donare un po’ della loro anima a discenti non sempre interessati (eufemistica litote).
Il tutto per generare la famosa “guerra tra poveri”, che causa morti (immaginate per un attimo i sovrannumerari trattati come pacchi postali, neolaureati che non insegneranno mai pur avendolo sognato da piccoli, precari usque ad mortem…) di cui non frega niente a nessuno, e far sì che nella mediocrità assoluta generale emergano politici – e taciamo, per carità di patria, dei loro rampolli – forse leggendariamente facondi ma tutt’altro che colti (e sicuramente bramosi di danari altrui)…