Non solo la riapertura – dopo oltre un anno e mezzo – di una sala operatoria nuova di zecca, e l’attivazione, in via sperimentale, della Guardia medica pediatrica. Altre novità positive potrebbero presto riguardare il nostro ex ospedale.
Dopo, infatti, l’incontro di ieri l’altro tra il consigliere regionale Domenico Damascelli e i dirigenti della Asl barese per sollecitare l’arrivo di nuovi anestesisti e la firma di un Protocollo d’intesa sulle attività da svolgere (http://bit.ly/2iX9AUn), un altro vertice si è svolto ieri.
Presenti il sindaco Michele Abbaticchio, l’assessore al Welfare Gaetano De Palma, il responsabile del distretto socio-sanitario bitontino Francesco Scauro, il direttore generale della Asl Bari Vito Montanaro, i responsabili dei dipartimenti di Salute mentale e dipendenze patologiche che hanno le strutture a Bitonto, e Marilena Ciocia, presidente del Comitato consultivo misto della stessa Asl, che ha voluto fortemente il summit.
“Abbiamo avuto – spiega De Palma ai nostri taccuini – ampie rassicurazioni da Montanaro sia sul piano del potenziamento della dotazione organica, con la promessa imminente dell’arrivo di medici specialisti come pneumologo e fisiatra, sia sull’avvio di ulteriori lavori di adeguamento di altri spazi del nosocomio, per i quali gà esiste una progettazione di massima che verrà ben definita con il reperimento delle risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale”.
“Nell’occasione – l’assessore dixit – è stata anche affrontata la tematica di una eventuale riallocazione della neuropsichiatria, in particolare quella infantile, per la quale sarebbe ipotizzabile un trasferimento al Maria Cristina di Savoia, dove già è presente il Centro per la riabilitazione. Come amministrazione comunale, inoltre, abbiamo prospettato al direttore generale il nostro progetto per ospitare a Bitonto il Centro territoriale per l’autismo, per il quale sarà convocata a brevissimo un’apposita Conferenza di servizi tra il Comune e la Asl per meglio definire il percorso tecnico-amministrativo che dovrebbe consentire, attraverso l’istituzione proprio del Cat, un arricchimento della rete socioassistenziale che il nostro territorio è già in grado di offrire”.