Se qualche anno fa mi avessero detto che avrei passato la maggior parte delle mie serate nel centro storico di Bitonto, la mia città, probabilmente avrei preso per pazzo il mio interlocutore e avrei riso di gusto.
È innegabile che Bitonto, o almeno una parte di essa, sia esplosa.
Locali, giovani, movida, festival, pub, ristoranti, c’è davvero di tutto. Ogni giorno.
Ed è un bel vedere per chi ama follemente una città comunque piena di contraddizioni.
Questo discorso prescinde da qualsiasi colore politico, quindi chi vede in questo pezzo un endorsement verso chicchessia può anche andar via. Non mi interessa.
Tante volte dalle pagine di questo giornale questi quattro pazzi che raccontano la città con tanta passione e pochi euro hanno provato a svegliare chi questa città la vive.
Per lo meno per poter accompagnare la crescita di strutture e opportunità con la crescita delle persone, da cui comunque tutto parte.
Ci siamo scontrati molte volte con un modo di pensare antico, basato sul “pinz a sta bun” o a “chi si fa i fatti suoi campa cent’anni”.
Abbiamo sbattuto la testa sul muro di gomma chiamato omertà, e non ci siamo mai arresi.
Con risultati però spesso non molto positivi a dire il vero.
Poi, arriva un normale mercoledì di marzo dell’anno domini 2017, ore 21.30 scarse.
Un ragazzino sbruffoncello, chissà per dimostrare cosa, sgomma a tutto gas lungo la strada che perimetra piazza Marconi.
Acceleratore, freno a mano, velocità.
Bum.
Viene urtata una macchina in sosta, che ha l’unica sfortuna di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Rumore assordante, danni ingenti, sportelli dal lato passeggero distrutti, carrozzeria messa male. Migliaia di euro di danni.
Lo sbruffoncello si rimette in cammino e scappa. Da coniglio.Tanto, avrà pensato, qui non ha parlato mai nessuno. E Nessuno ha mai visto nulla.
E invece uno, due, tre, quattro ragazzi, GIOVANI, vedono.
Escono da uno dei locali dove mangiano o lavorano. Segnano la targa. E Parlano. Con i Carabinieri.
Il proprietario della povera auto parcheggiata e danneggiata, ignaro di tutto, dopo molte ore scopre il danno, teme la beffa e invece trova la bella sorpresa.
L’assicurazione dello sprovveduto provvederà a coprire le buffonate del genio.
Può essere una storia banale, ma per chi scrive, protagonista ignaro – e profondamente grato ai ragazzi che hanno parlato, abbattendo il muro dell’omertà – prima beffato e poi sollevato, non lo è.
È un piccolo episodio di vita quotidiana che è anche un po’ la sintesi della storia della Bitonto che abbiamo spesso raccontato: una città piena di contraddizioni, bellissima, in evoluzione ma costantemente legata a vecchi modi di fare menefreghisti e omertosi.
Ecco, in tutto questo, ti viene la voglia di dire e credere che forse davvero sta venendo fuori la Bitonto migliore.
Fatta di locali, movida, divertimento. Ma anche di persone. E soprattutto di giovani.
Che qualche anno fa magari potevano ridere di gusto se qualcuno avesse pronosticato tante serate bitontine, nel centro storico, e che adesso quelle serate, anche con piccoli gesti, le custodiscono e le difendono.
E con le serate, anche il presente.
E con il presente, soprattutto il futuro.
Senz’altro migliore di qualche anno fa.