Correva l’anno 2005 quando il 6 agosto, un aereo della compagnia tunisina Tuninter si schiantò in acqua, durante un tentativo di ammaraggio d’emergenza a 12 miglia a Nord Est di Capo Gallo, vicino a Palermo.
Nella sciagura rimasero uccise 16 persone, 14 delle quali pugliesi.
L’aeroplano stava volando con a bordo 39 persone (34 passeggeri e 5 membri dell’equipaggio) da Bari a Djerba quando ebbe dei problemi al motore.
Il pilota prima chiese l’autorizzazione per un atterraggio d’emergenza all’aeroporto “Falcone-Borsellino” di Palermo Punta Raisi, ma in seguito comunicò di non essere nemmeno in grado di tentare di raggiungerlo e tentò il tragico ammaraggio d’emergenza.
Nella sciagura, perse la vita anche un bitontino, Enrico Fallacara, di 39 anni.
I responsabili, pur essendo stati condannati, non hanno ancora scontato un solo giorno di carcere.
In questi anni, grande ed encomiabile è stata la battaglia della signora Rosanna Albergo Baldacci e dell’associazione da lei presieduta (che prende il nome proprio dalla tragedia) per ottenere giustizia.
Alla cerimonia d’anniversario che si è svolta ieri a Bari, nella chiesa di San Sabino, presso Parco punta Perotti, hanno partecipato anche assessore allo sport e alle politiche giovanili Domenico Nacci, con fascia tricolore in rappresentanza del Comune di Bitonto, il consigliere comunale Luigi Febbrile e Domenico Damascelli, vicecoordinatore provinciale e consigliere di Forza Italia.
“A nove anni dal drammatico evento, i congiunti delle vittime, con uno stato d’animo visibilmente provato, attendono ancora che i responsabili della strage espiino giustamente la pena loro inflitta.
Perché, se a tutt’oggi, la magistratura italiana ha fatto giustizia condannando definitivamente gli autori dell’incidente aereo, questi non hanno scontato nemmeno un minuto della condanna subita, restando impuniti e nel loro Paese.
Lo Stato italiano dimostri, almeno per una volta, di avere spina dorsale, attivando ogni iniziativa di politica estera e diplomatica affinché i condannati siano estradati in Italia per andare in carcere“, commenta amaro il politico azzurro.
“Non si pensi minimamente di poter barattare la memoria degli italiani scomparsi, il dolore profondo delle loro famiglie e la dignità dell’Italia per eventuali rapporti commerciali da coltivare. Sarebbe vergognosamente scandaloso.
Il Governo non perda assolutamente tempo nel chiedere con forza l’estradizione dei colpevoli, lo deve ai suoi figli che non ci sono più per onorare la loro memoria, lo deve alle loro famiglie per lenire il loro dolore, lo deve a noi tutti per difendere la nostra rispettabilità di cittadini italiani“, s’indigna Damascelli.
Che poi osserva incredulo: “È assurdo che i nostri Marò siano ingiustamente trattenuti in India senza essere stati condannati e, invece, cittadini stranieri, che hanno causato una strage in Italia, restino tranquillamente impuniti nel loro Paese“.
“Alle famiglie tutte esprimo la mia sentita vicinanza, solidarietà e piena disponibilità.
Alla famiglia di Enrico, mio compaesano, rivolgo i miei sentimenti di affetto sincero e rispetto profondo per la sofferenza che vive da quasi un decennio, auspicando che la meritata punizione sia concretamente e realmente scontata dai colpevoli della disgrazia e del dolore di un vuoto così grande e così ingiusto“, è la commossa conclusione dell’esponente forzista.