Ambiente,
Città metropolitana, Regionali, politica “interna”.
Sono
tante le sfide che attendono Bitonto nell’anno appena iniziato, e
sulle quali la nostra città non può assolutamente trovarsi
impreparata. Vuoi perché perlopiù sono sovracomunali, e vuoi
perché uscirne con le ossa rotta significherebbe, forse, vedersi
depauperare quel poco che ci è rimasto, sempre a vantaggio di qualche
interesse barese.
Città
metropolitana. Dopo
gli assaggini di ottobre e dicembre, dal 1°gennaio (anche se il
passaggio di consegne ufficiale sarà mercoledì), la Provincia di
Bari ha lasciato il posto alla Città metropolitana, per la quale la
Regione ha predisposto che le funzioni e gli ambiti di
appartenenza saranno quelli dell’ente di via Spalato ormai andato in
pensione. Uno dei primi compiti, però, al quale sarà chiamato il
sindaco metropolitano Antonio Decaro è quello della definizione
della squadra di governo e in tal senso un nome quotato è quello di
Michele Abbaticchio che, viste anche le oltre 6 mila preferenze
incassate, potrebbe ricevere un ruolo di assoluto prestigio
(vicepresidente con delega ai fondi strutturali?). Compiti e deleghe
a parte, è fondamentale che i nostri due rappresentanti (il nostro
primo cittadino e Franco Natilla) mettano in cantina le divisioni e
le scaramucce dei Consigli comunali cittadini e lavorino insieme per
il bene della città, per evitare che la famelica Bari si divori quel
poco che non è riuscita ancora mangiare e per una Città
metropolitana che sia davvero “per” il territorio e non “contro”
il territorio.
La
corsa alle Regionali. La
sfida politicamente più interessante è senz’altro quella di maggio,
quando i pugliesi saranno chiamati a eleggere il successore di Nichi
Vendola.
Bitonto
ha una sfida nella sfida: essere presente. Già, perché dopo 5 anni
di assoluto anonimato e inconsistenza nelle stanze di via Capruzzi e
di lungomare Nazario Sauro (era un passaggio cruciale e non lo abbiamo capito: sarà un caso che attendiamo ancora la
riconversione del nostro ex ospedale e che hanno cancellato anche il
Tribunale?), la città dell’olio deve eleggere (almeno) un suo
rappresentante in Consiglio regionale. Tutto, però, è ancora
nell’ombra perché, a parte i pentastellati Giuseppe Cannito e
Antonio Liso, nessuno si è esposto pubblicamente (per Domenico
Damascelli e Vito Palmieri manca soltanto l’ufficialità), ma ben
presto si scatenerà la bagarre.
Essere
presenti, allora, perché a vincere deve essere la città.
Promemoria
per i partiti politici bitontini.
Aro
e ambiente. Il
2015 è anche l’anno della rivoluzione in materia di rifiuti. Tra
qualche mese, dopo le polemiche, i rinvii e i capricci di Molfetta,
partirà ufficialmente l’Ambito di raccolta ottimale (l’Aro), di cui
a fine anno è stata creata la società che si occuperà di
spazzamento e trasporto dei rifiuti.
Un
cambiamento epocale, non soltanto per le novità in sé (tariffazione
puntuale, raccolta totale porta a porta), ma soprattutto per i
bitontini, che dovranno cambiare modo di gettare, raccogliere e
riciclare i rifiuti.
Ne
saranno all’altezza? Nel frattempo, bisogna fare attenzione: dalla
Provincia cercano un nuovo sito per raccogliere rifiuti urbani non
pericolosi, e a Bitonto ne sarebbero stati individuati ben sei su un
totale di 28 nell’intero hinterland.
A
buon intenditor poche parole…
Politica
“interna”. In
tutte queste sfide, ci sono da affrontare anche le cose di casa
nostra, dove i problemi abbondano (disoccupazione galoppante,
criminalità sempre alta) e non ci si annoia mai.
Una
prima priorità devono essere i lavori pubblici, con il sindaco che a
più riprese ha fatto l’elenco della spesa parlando del campo di via
Togliatti, riqualificazione di piazza Marconi, zona artigianale,
pista ciclopedonale che unirà la villa al centro storico più quella
che andrà dal centro storico fino al bosco di Bitonto, centro
polifunzionale “Paolo Borsellino”, fine dei lavori all’ex
Contessa e quelli dell’Acquedotto pugliese. Si realizzerà davvero
tutto?
La
seconda priorità deve essere l’Urbanistica dove, per ammissione dello
stesso primo cittadino, non si sono raggiunti risultati stratosferici
(«potevamo
fare di più, ma abbiamo pagato l’impossibilità in questi due anni
di contare su una figura stabile di dirigente addetto alla
ripartizione», sottolinea
Abbaticchio dalle colonne di Primo
Piano),
nonostante le promesse fatte in campagna elettorale.
Che
fine ha fatto, per esempio, la nuova zona 167? Davvero si deve
ripartire tutto da capo? Ce la faremo a redigere in tempi brevi il
nuovo Piano regolatore generale, così come vuole la Regione Puglia,
che a novembre ci ha staccato un assegno da 11 mila euro(http://www.dabitonto.com/politica/r/piano-urbanistico-generale-dalla-regione-arriva-un-assegno-di-11-mila-euro/4702.htm)?
Buon 2015 a tutti, dunque, e auguriamoci che almeno qualche “sfida” la si vinca.