La
notizia arriva alle 7.10 di ieri mattina. La troviamo sul giornale
telematico “Molfettaviva”. Il titolo è inequivocabile:
«Grazie
a “Le Iene”, la signora Clorinda trova lavoro a Molfetta. La
donna, originaria di Bitonto, la cui storia era stata raccontata dal
programma, lavora in una ditta di pulizie in città».
È
vero, dunque. Il dramma della nostra concittadina picchiata per anni
dal marito sarebbe giunto a una conclusione. Positiva. Ora può
tentare di guardare avanti, aprire una nuova fase della sua vita,
anche perché il vecchio compagno, Cosimo Fallacara, è stato finalmente
arrestato (è ai domiciliari).
Il
fatto, però, va guardato da altri punti di vista. Ha altri risvolti.
Dice,
innanzitutto, che questa testata ha avuto ragione quando, esattamente
una settimana fa, scriveva che proprio lei, la signora Clorinda,
aveva trovato lavoro in un’azienda di pulizie di Molfetta.
Non
ha avuto torto quando ha raccontato, per soli ed esclusivi fini di
diritto di cronaca (senza manipolazioni e autorizzazioni da parte di
nessuno, è bene ricordarlo), ciò che era successo durante il
Consiglio comunale dell’11 marzo. Lo “scontro” verbale sulla
vicenda tra il sindaco e il consigliere del Partito democratico
Franco Natilla.
Sottolinea,
inoltre, che a uscire sconfitta da questa triste storia è la
politica.
Di
ogni colore. Destra, sinistra, opposizione e maggioranza che sia. Perché, anche se è stato dato un aiuto alla nostra concittadina,
non deve certamente mettersi le medaglie al collo. Perché la Politica non è intervenuta già a novembre, quando sempre
questa testata ha segnalato la sua storia? Perché non si è attivata come doveva nel metterle a disposizione gli strumenti e le opportunità lavorative, una delle poche cose che può fare in questi casi? L’anonimato dietro il
quale avevamo voluto proteggere Clorinda poteva bastare ad impedire un eventuale intervento?
È
mancata la volontà, forse questa è la verità.
Volontà
che, guarda caso, esce fuori quando la signora racconta tutto a “Le
Iene”,
il programma televisivo di Italia1. Ribalta nazionale, dunque.
Dopo
il servizio, infatti, tutti (giustamente, per carità) si mobilitano,
o dicono di farlo.
E,
per fortuna, accadono cose belle: trova un lavoro. La vita per lei
ricomincia, finalmente. E il marito, dopo anni di comportamenti
vessatori e stalking, è arrestato.
Già, ma cosa sarebbe successo se Clorinda non avesse trovato il coraggio
di raccontare tutto davanti al piccolo schermo?
Forse
siamo cattivi, ma lo diciamo lo stesso.
Niente, o quasi.