Papa Francesco l’ha definita una “provvidenziale realizzazione“, perché dona una dimora a chi è destinato a vivere dietro le sbarre.
Il senso della libertà per chi, momentaneamente, non può assaporarlo.
Si chiama “Casa Freedom”, in onore del vescovo illuminato don Tonino Bello, l’appartamento messo a disposizione dalla diocesi di Bari-Bitonto, con il sostegno della Caritas e il patrocinio del Comune di Bari, per i carcerati in permesso premio, lontani da casa o senza un tetto.
Otto posti letto, cucina, bagno e studio, per accogliere i detenuti, durante le festività e i periodi di permesso.
Sorge a Loseto ed è stata pensata dal sacerdote bitontino don Lino Modesto, insieme a don Mimmo Scardigno, con una curiosa (ma bella) caratteristica: la canonica della chiesa di San Giorgio martire è stata arredata con oggetti e mobilio portati dagli abitanti del centro storico del paese in provincia di Bari.
Così, il senso di comunità è già vivo già dai primi passi dell’iniziativa.
“Non risolveremo i problemi, ma piantiamo un seme per cambiare mentalità nei confronti dei detenuti”, ha osservato l’Arcivescovo Francesco Cacucci.
A Loseto una ‘casa’ per i detenuti in permesso premio: “Uno spazio per tutelare i legami familiari e genitoriali”
“Per la nostra comunità – ha spiega il “nostro” don Lino – si è trattato del punto di arrivo di un percorso partito da lontano, di una riflessione sviluppata da anni, su come poter dare un segno di attenzione concreto nei confronti dell’uomo più povero, in difficoltà. Avendo a disposizione questa casa canonica, già in passato utilizzata per accogliere persone che ne avevano bisogno, abbiamo pensato di aderire a questo progetto“.
La struttura sarà attiva ogni giorno, anche come presidio di legalità e giustizia, nel cuore della periferia di Loseto, oltre che centro per il sostegno alla genitorialità.