DI ANGELA ANIELLO Caro Zio, sei volato in cielo esattamente cinque mesi e nove giorni dopo la tua amatissima Lina con cui hai condiviso 66 anni di vita. Un legame così profondo il vostro da doversi ricongiungere presto: vi siete cercati, ora siete insieme lassù dove tutto è più chiaro e splendente. Sei stato un marito, un padre e un nonno esemplare, fiero della tua storia, delle tue radici. Sesto di sette figli, hai perso tuo padre durante l’adolescenza e hai vissuto gli orrori della guerra insieme alla tua adorata mamma tra mille difficoltà ma sempre con dignità. La tua famiglia vanta una grande tradizione musicale: tuo fratello Crescenzo ha fondato una banda cittadina e tanti sono i ragazzi cresciuti paternamente e musicalmente presso la sua “scuola della musica”. Ti conoscevano come Mest Cicc, hai costruito tante case e chiese anche nelle frazioni. Traccia di te resta persino nella Basilica dei Santi Medici soprattutto per il rivestimento esterno e l’architrave geometrico all’ingresso principale. Immensa la tua eredità per la passione profusa nelle sculture di cui andavi fiero: ti brillavano gli occhi nelle mostre natalizie nella chiesetta annessa alla Biblioteca Comunale o nei pressi del Castello e nell’allestimento del presepe, una tradizione che a casa tua non poteva mancare e che attirava tutta la tua attenzione. In ogni dettaglio, in ogni creazione la misura della tua maestria portata avanti fino all’ultimo quando a molti donavi anche tegole votive e caramelle. Novant’anni portati egregiamente per la giovinezza d’animo e il brillio delle passioni da coltivare per cui hai ricevuto tanti premi (coppe, targhe, attestazioni diverse). Non ti dimenticheremo e sicuramente l’immagine che più ricorre nella mente è quella di te e zia felicemente insieme nell’eternità: in fondo l’amore non si spezza, turba, inquieta, poi si trasforma a misura di un infinito da accogliere, comprendere e accettare.