Un confine molto labile, quello tra la libertà di
pensiero e la manifestazione dello stesso con atti di violenza e/o vandalismo,
che spesso viene valicato, così come è successo nella notte dello scorso sabato,
giorno della vigilia di Pasqua.
“CARNE
= MORTE” è la scritta, a stento leggibile, che campeggia sul marciapiede
antistante una macelleria sita in via Ludovico D’Angiò.
A riprendere il misfatto, a tratti quasi comico per le
modalità in cui si è svolto, alcune telecamere di sorveglianza poste nelle
vicinanze.
All’1:12 di notte, un’auto, sembrerebbe una Fiat Punto Cabrio,
con a bordo tre persone, giunge sul luogo e resta ferma per qualche minuto, probabilmente
per accertarsi che il passaggio in quel tratto di strada sia rado. Dopo poco,
avvicinatosi al marciapiede da imbrattare, un uomo di mezza età esce dall’auto,
estrae una bomboletta a spray e tenta invano di scrivere qualcosa. A quel punto,
due donne incappucciate lo raggiungono e, presa la bomboletta, cercano di
compiere l’opera, riuscendo però a malapena a tracciare dei segni neri
incomprensibili.
Visibilmente goffi e spaventati, i tre si infilano in
auto e vanno via, ma, insoddisfatti del lavoro svolto, tornano nuovamente all’attacco
esattamente dopo 5 minuti.
Stessa scena, l’uomo resta in auto, mentre le due donne
con lui cercano freneticamente di usare la bomboletta, che questa volta sembra aver
voglia di scrivere. Tuttavia l’arrivo di un’altra auto li fa scappare.
Ancora 5 minuti e rieccoli per completare
definitivamente l’opera, che resterà ugualmente molto umile: “CARNE = MORTE”.
Probabilmente la protesta di animalisti indignati dall’assassinio
di milioni e milioni di agnelli che, in occasione delle feste pasquali, ci
ritroviamo in tavola.
Resta però da capire perché abbiano scelto proprio quell’esercizio
commerciale e se effettivamente sia stato l’unico ad essere vittima di tali
atti di vandalismo.
Per quanto nobile possa essere, ci si chiede se anche
in quest’occasione il fine giustifica i mezzi, davvero molto discutibili, e se
chi si rende protagonista di tali eroiche gesta creda realmente in una società
civilizzata.