(Per gentile concessione dell’autore Nicola Lavacca e del settimanale FAMIGLIA CRISTIANA)
“Bulli, MaBasta!” . Lo gridano con forza gli studenti della prima A dell’Istituto Tecnico “Galilei Costa” di Lecce per dire no ai violenti e tendere la mano, dare speranza alle giovani vittime di soprusi eprevaricazioni. Sono quattordici adolescenti che spinti da coraggio e sensibilità d’animo hanno creato uno strumento di lotta virtuale per fare breccia nel muro dell’arroganza, della paura e dell’indifferenza. Dopo aver conosciuto la storia della 13enne di Pordenone che ha tentato il suicidio per le continue vessazioni di alcuni compagni di scuola, è cominciata questa appassionante esperienza sviluppatasi in tempi rapidissimi sul Web attraverso i social network.
Così è stato ideato anche l’acronimo MaBasta! che da una parte è un deciso invito a smetterla con le aggressioni fisiche e verbali, dall’altra racchiude la sigla e il vero significato del Movimento Anti Bullismo Animato da Studenti Adolescenti. L’iniziativa è nata insieme al professor Daniele Manni che insegna informatica: “Nel nostro istituto vengono realizzati innumerevoli progetti, anche di start up, che negli ultimi quindici anni hanno ricevuto molti premi e riconoscimenti, persino a livello internazionale. Inizialmente in prima A ho avviato un magazine on line per le eccellenze giovanili nazionali ed estere. La cosa, però, non piaceva molto ai ragazzi. Quando ho parlato loro della triste vicenda della studentessa di Pordenone ne sono rimasti colpiti. E’ venuta fuori l’esigenza di fare qualcosa di concreto per contrastare un fenomeno così assurdo e molto diffuso. Ognuno ha pensato al nome da dare al progetto. Su una ventina di slogan è stato scelto per alzata di mano MaBasta! E un messaggio dirompente. Gli studenti vogliono incitare ed esortare le vittime a non arrendersi, a denunciare chi li maltratta, a parlarne tra i banchi di scuola, con i genitori, con le associazioni e le parrocchie”.
I protagonisti della prima A con indirizzo AFM (amministrazione, finanza e marketing) sono cinque ragazze e nove ragazzi: Alice, Martina, Francesca, Michela, Marta, Edoardo, Mattia, Mirko, Jacopo, Patrick, Giorgio, Lorenzo, Niki e Simone. Hanno attivato una pagina facebook per diffondere i loro messaggi e i loro video. In un paio di mesi i contatti sono lievitati, passando dai 120 d’inizio febbraio a oltre 20.000. Tantissime le condivisioni, molti i complimenti per l’interessante proposta tra cui quelli delle forze dell’ordine e dei Carabinieri tra la Gente. Ma l’obiettivo più grande è stato raggiunto quando sono arrivate le prime confessioni a cuore aperto di quanti sono soggiogati dai bulli: hanno segnalato le loro terribili storie chiedendo aiuto e consigli. Anche qualche genitore ha fatto sentire la propria voce. “Sta emergendo una realtà dura e per certi versi inquietante della nostra realtà giovanile – sottolinea Giorgio -. E’ indispensabile che anche i bulli prendano coscienza di quanto male facciano agli indifesi, ai soggetti più deboli, minacciandoli di non dire niente a nessuno. Sul nostro profilo facebook arrivano da ogni parte d’Italia le testimonianze di coetanei perseguitati che non vogliono più nascondersi dietro l’omertà.
Noi siamo e saremo sempre al loro fianco. Formiamo un gruppo solido e granitico perché i deboli, i fragili non si sentano abbandonati ad un destino ignoto”. C’è una incredibile coesione, non solo con le altre classi dell’istituto ma con l’universo scolastico nazionale. Alice esprime tutta la sua determinazione: “E’ fondamentale restare uniti per cercare di debellare uno dei mali endemici della nostra società. Far prevalere la cultura del rispetto reciproco, della socializzazione. Quand’ero alle medie qualche mio amico è finito nelle grinfie dei bulli. Adesso mi sono resa conto che bisogna agire. Lo stare insieme dà una forza incredibile. A coloro che sono umiliati e offesi, che si sentono soli diciamo tutti in coro che è importante far emergere il disagio, la propria sofferenza per uscire dal tunnel”. Il lavoro di gruppo è costante. Con l’abile regia del professor Manni, tra i finalisti del Premio Nobel per l’insegnamento nel 2015, gli studenti hanno realizzato anche un sito (www.mabasta.org). “E’ un punto di riferimento non solo per chi è prigioniero dell’arroganza altrui, per le famiglie ma anche per i prepotenti senza scrupoli – fa notare Manni -. Parlare, raccontare le proprie esperienze e capire in quale modo si può essere aiutati. A scuola deve espandersi il concetto del controbranco, cioè non essere passivi bensì attivi in modo da stimolare una reazione. E’ un impegno collettivo per mettere all’angolo mediaticamente il bullismo”.
E’ stata anche ideata una pagina web interamente dedicata al film sull’adolescenza “Un bacio” di Ivan Cotroneo in questi giorni nei cinema italiani. Si tratta di un vero e proprio sito ufficiale con sinossi, cast, trailer, video, fotogallery, interviste e persino una nota del regista. Anche la musica serve alla causa. La classe terza B guidata dalla professoressa d’inglese Elisabetta D’Errico si è mobilitata ideando l’iniziativa SBAM! – Stop Bullying Adopt Music (Una sberla al bullismo a suon di musica). I brani riconducibili a ogni genere di angheria tra giovani, il più delle volte in lingua inglese, verranno tradotti in italiano per essere facilmente compresi. L’obiettivo è di incitare e invitare tutti i musicisti, soprattutto quelli che hanno più appeal sui teenager, a comporre canzoni con testi orientati a fermare l’allarmante fenomeno. “Il nostro sogno – fanno notare gli studenti della 3^ B – è che in Italia miti come J-Ax, Fedez e Emis Killa, o Ligabue, Vasco e Tiziano Ferro, o ancora i nostri conterranei Negramaro, Sud Sound System, Emma e Alessandra possano decidere di creare un fronte unico”. E poi c’è l’appello che i 14 “piccoli eroi” rivolgono a Papa Francesco: “Vorremmo tanto poterlo incontrare per avere il suo sostegno spirituale e dare ancora più voce alla nostra azione”.