«“Prevenire possibili episodi di vandalismo connessi all’’abbandono, dopo l’’uso, di contenitori di bevande in vetro o lattine di alluminio e, in particolare, l’’eventuale lancio dei medesimi ai danni di automobilisti e passanti, nonché i rischi derivanti dalla dispersione a terra di frammenti delle stesse che costituiscono pericolo, rendendo inoltre difficoltose le operazioni di pulizia al termine della manifestazione”».
Con questa motivazione, il sindaco Michele Abbaticchio ha deciso di proibire la vendita e la somministrazione di bevande e alimenti in contenitori di vetro e di latta di qualunque genere in occasione del Capodanno in Piazza, che si svolgerà in piazza Cattedrale.
Il divieto, stabilito con un apposita ordinanza, sarà in vigore dalle 15 di oggi dicembre alle 8 di domani, ed è rivolto agli esercenti delle attività di somministrazione di alimenti e bevande, alle attività commerciali in sede fissa e in forma itinerante e alle attività artigianali di produzione e vendita di beni alimentari nell’area compresa nel perimetro del centro urbano delimitato dalle arterie di piazza Marconi, via A. Volta, via G. Galilei, via Castelfidardo, via Solferino, piazza Caduti per il Terrorismo, via Magenta, via De Ildaris e via Matteotti.
Per la prima volta, dunque, bevande e alimenti dovranno essere venduti e serviti solo in contenitori di carta o plastica. Unica eccezione la somministrazione al tavolo per la consumazione insieme al pasto.
Per i trasgressori è prevista una sanzione pecuniaria compresa tra 25 e 500 euro.
Accanto a questo divieto, resta confermato quello di accendere i botti e i materiali infiammabili stanotte e domani. L’ordinanza in questione, emanata dall’ex sindaco Raffaele Valla nel dicembre 2011 (imitando il gesto del sindaco di Bari, Michele Emiliano), «dispone con effetto immediato il divieto assoluto di accensione di prodotti esplodenti, di artifici pirotecnici e di giochi pirici a qualsiasi categoria appartenenti nella notte tra il 31 dicembre e 1 gennaio e comunque sino al termine delle festività».