Giovedì è stata l’VIII Giornata mondiale della
consapevolezza dell’autismo. Ai “Fatti
Vostri”, su Rai 2, il conduttore
Magalli ha intervistato il bitontino Vincenzo
D’Aucelli che ha raccontato la storia di suo figlio Giulio.
Altruismo,unione, tenacia, impegno, sacrificio, metodica e obiettivi.
Con questo acronimo è giusto definire l’autismo.
Il 2 aprile il mondo si tinge sempre di
blue dovrebbe essere così ogni
giorno. L’autismo ha bisogno di attenzione e risorse per la ricerca.
Finalmente,
con le nuove riforme scolastiche, ad esempio, si sta perseguendo questo
obiettivo. Il sostegno viene potenziato e gli insegnanti devono acquisire la
specializzazione in merito.
Spesse volte, la scuola viene vista dalle famiglie
con figli affetti d’autismo come un rifugio.
Si preferisce fermarli per
evitarne l’abbandono in questa difficile realtà sociale.
Senza genitori, questi
ragazzi che destino avranno?
Questa è l’angoscia di tutte le famiglie e il
motivo che ha spinto Vincenzo D’Aucelli ad abbandonare il suo lavoro di
informatore farmaceutico per stare affianco a suo figlio.
Ai “Fatti Vostri”, storica trasmissione di Rai 2, presentata da Giancarlo Magalli, allora, si è parlato di Giulio. «Dopo i
quindici mesi, mia moglie capì che Giulio aveva qualcosa che non andava –ha
raccontato Vincenzo-. Per questo, abbiamo sottoposto nostro
figlio a visite pediatriche e specialistiche. Gli è stato diagnosticato,
inizialmente, un disturbo autistico con grave ritardo mentale».
L’amore e
la volontà di comprendere a pieno il proprio bambino ha spinto la famiglia
D’Aucelli allo studio dell’autismo. Giorno per giorno hanno fatto passi avanti
e hanno appurato di essere compresi da Giulio, che si esprimeva “a modo suo”.
Infatti, due specialisti di Lucca e Siena diagnosticarono tempo fa solo
disturbo ad alto funzionamento, quindi il grave ritardo mentale non c’era. «A scuola non era considerato e seguito come
tutti gli altri. Rischiava di mandare in frantumi la sua autostima e le sue
capacità. Mi chiesi, perciò, che cosa sarebbe cambiato se ci fossi stato io al
posto dell’insegnante di sostegno».
Vincenzo D’Aucelli il 23 dicembre 2010
si iscrisse alla facoltà di Scienze della Formazione e laureatosi, propose il
suo progetto ad Arcangelo Fornelli,
dirigente dell’Istituto tecnico commerciale di Bitonto. «A lui va la mia gratitudine per avermi permesso di portare avanti il
progetto. Il sedermi accanto a Giulio durante le lezioni è stato visto come una
cosa normale dai suoi compagni. Con gli insegnanti, lavorando in equipe, ho
potuto dargli più serenità».
Ora, Giulio ha un ottimo profitto ed è bravo,
soprattutto, in matematica. «Quando si ha
una diagnosi di questo tipo, i malati più gravi sono i genitori. Noi dobbiamo
essere capaci di far condurre loro una vita normale perché dentro sono integri,
al di là degli atteggiamenti esteriori. Ora cammino a testa alta e questo
coraggio lo dovrebbero avere tutti i genitori».
Prossimamente verrà
presentato il libro“Amico mio, sono felice”, scritto da
Vincenzo D’Aucelli.
Che questo racconto,
non nuovo ai nostri taccuini, possa essere d’aiuto per chi si sente solo e
rinchiuso in una bolla blu.