Nei giorni della sofferenza e delle tenebre, intervistai Antonio Bellavista, ex capitano del Bari, sospettato d’essere al centro di quel movimento torbido e triste che sarà noto come Calcioscommesse. Non avevo più davanti il promettente mediano di lotta e di governo della Primavera biancorossa che con Una botta mirabolante aveva sbancato Viareggio, più di vent’anni fa. Seduto su una poltrona di vimini, c’era un uomo provato, con gli occhi stanchi di chi si trovava in piena tempesta e cercava un orizzonte di luce. Parlando con lui, quel pomeriggio, cercavo l’orma di quel ragazzo dal cuore invitto pronto a mille battaglie in mezzo al campo. Mi parve baluginasse ancora in fondo all’anima, ma troppa oscurità lo sopraffaceva. È per questo che ieri, quando è arrivata la notizia della estinzione della pena, con la caduta in prescrizione del reato – nella medesima condizione si ritrovano pure Massimo Mezzaroma, ex presidente del Siena calcio; Almir Gegic; Juri Tamburini e Armando Perna, giocatore del Modena; gli intermediari Salvatore Spadaro e Francesco Bazzani – riguardante quella brutta vicenda, non mi hanno stupito le parole di Antonio. Toccanti. Profonde. Vere. “All’alba del 1 giugno 2011, deposi le armi – ricorda Bellavista – perché, in un periodo breve della mia vita, nella testa era calato il buio. Quindi, oggi, non mi interessava la condanna o l’assoluzione o ancor peggio la prescrizione, mi premeva ritrovare me stesso e far pace con la mia anima, con il dolore per la coscienza che mi ero macchiato seppure in maniera lieve rispetto a quanto emerso dalle varie indagini. Non c’e giudizio migliore che quello per se stessi ed io a distanza di anni ho una spina nel cuore costante che mi lacera, pensando a quello che poteva essere e non è stato”. “Adesso, voglio dedicarmi solo ai miei ragazzi, che già mi stanno dando grandi soddisfazioni ed altre me ne faranno, sono certo. Non mi interessa luccicare agli occhi della gente, non mi interessa necessariamente il giudizio della gente, mi interessa che prima o poi questo dolore passi, dandomi sollievo!”, schietto conclude Bellavista. Che possa iniziare una nuova vita, campione.