Stop ai concorsi per assumere infermieri. E sospesa la mobilità del personale tra le Asl pugliesi, almeno per un paio di mesi.
Iniziative che avrebbero alleggerito in parte l’emergenza estiva e potenziato gli organici in vista del prossimo inverno. A bloccare le procedure sono state le precisazioni della Regione, che ha inteso uniformare i comportamenti delle diverse aziende ospedaliere (ritenuti invece «disomogenei»).
Sul fronte delle nuove assunzioni, la Asl di Bari lo scorso aprile ha approvato la delibera con cui bandiva il concorso per 165 infermieri, 18 tecnici di radiologia medica e sei tecnici di laboratorio biomedico. Delibera pubblicata a maggio sul Burp, ma non ancora in Gazzetta ufficiale. Anche per le altre Asl era allo studio un concorso analogo per far fronte alla cronica carenza di personale e stabilizzare i precari.
«Ho dovuto revocare il concorso – spiega il direttore generale della Asl di Bari, Vito Montanaro – perché la Regione ci chiede di bandirne due diversi». Uno ordinario; il secondo riservato a tutti i dipendenti che abbiano già prestato almeno tre anni di servizio negli ultimi cinque.
L’obbligo arriva dal decreto di Palazzo Chigi del 6 marzo scorso.
L’azienda di Bari negli scorsi mesi, spinta dall’emergenza e dopo aver sollecitato gli uffici regionali, aveva approvato un unico bando. Le altre, nel dubbio, avevano preferito aspettare.
Il nuovo stop delude gli aspiranti infermieri, che sui social network protestano: «Ci eravamo illusi. Era troppo bello, forse non a caso alla vigilia delle elezioni».
Quasi 200 assunzioni a tempo indeterminato avrebbero fatto comodo alla stessa Asl. Due concorsi diversi significa ora procedure e prove differenti e con distinti software, ancora da ultimare. Un lavoro articolato, se è vero che secondo le stime della stessa azienda sarebbero più di 20mila gli aspiranti infermieri pronti a correre per conquistare l’atteso contratto a tempo indeterminato. Delle 185 nuove immissioni, il 60 per cento arriveranno con procedimento ordinario, il restante 40 saranno posti riservati in sostanza alle trasformazioni dai tempi determinati (senza preselezione).
La Asl ora aspetterà l’insediamento del presidente della Regione, Michele Emiliano, per capire se abbia riflessioni in merito: subito dopo sarà bandito il nuovo concorso.
Tutti i contratti a tempo determinato saranno prorogati fino a giugno 2016 nelle more dell’espletamento delle procedure concorsuali, anticipano i sindacati.
Non è il primo bando che Montanaro blocca: a inizi giugno in soli due giorni il neodirettore aveva revocato la gara per il servizio mensa e quella per la gestione di bar e punti ristoro. «Fa bene. Anzi, benissimo – commenta il segretario della Cgil Medici, Antonio Mazzarella – Servono chiarezza e trasparenza: non bisogna guardare lontano, basta spulciare fra gli appalti spesso appannaggio degli speculatori».
A preoccupare i lavoratori è anche il fronte caldo delle mobilità volontarie regionali.
Fino a qualche mese fa, al dipendente che chiedeva il trasferimento bastava l’assenso della Asl “accettante”: quella cui il lavoratore è destinato. Oggi il via libera deve arrivare anche dall’azienda “cedente”.
Tra scoperture, carenze e assenza di turn over, per l’estate 2015 sono arrivati i primi no.
«C’è una difficoltà – si legge in una nota della Regione – in quanto l’azienda cedente si vede sottrarre personale con conseguente disservizio, senza poter sostituirlo in tempi brevi». In mancanza di definizione delle dotazioni organiche, poi, si potrebbero determinare «situazioni di carenza di personale in alcune aziende e di eccedenza in altre».
Procedure sospese, dunque.
«Abbiamo rischiato che venissero bloccate per sempre – spiega il direttore generale del Policlinico di Bari, Vitangelo Dattoli – Noi, per esempio, aspettiamo l’arrivo di otto dirigenti medici».
In allarme anche i sindacati, che negli scorsi giorni avevano tuonato contro il reclutamento di interinali. «Questi sono già numeri insufficienti – denuncia Antonio Ventrelli, segretario provinciale Fp Cgil Bari – Urge assumere e stabilizzare per dare continuità al servizio, altrimenti rischiamo di assistere al collasso del sistema».