Le notizie di questi ultimi mesi ci danno una visione reale di cosa sia il centro storico di Bitonto. Un centro storico tra i più belli d’Italia, ma anche sede della criminalità e base permanente dello spaccio di droga e deposito di armi. A questo punto la ragione per cui lo scrivente dovette subire minacce di morte e lo scontro tra criminali é evidente. Io, però, denunciai tutto ai carabinieri e al.commissariato facendo il nome anche di un infedele che nonostante indossasse la divisa si prestò ad avallare le minacce di noti pregiudicati. Ma la cosa grave è che non solo persi il lavoro, ma dovetti anche scappare da Bitonto. Ricordo le parole di conforto dell’allora capitano dei carabinieri Matteo Orefice al quale va il mio grazie, come non posso dimenticare quell’incontro con quei criminali che vennero accompagnati dall’infedele. Quasi non credevo a ciò che stava accadendo, ma grazie a Dio il tutto fu ripreso dalle telecamere (Come si vede dalla foto allegata per la cui pubblicazione SOLLEVO DA QUALSIVOGLIA RESPONSABILITÀ LA REDAZIONE). Oggi come ieri posso solo evidenziare le chiacchiere e le promesse di una parte politica restano tali . Per liberare i centro storico di Bitonto da questi ceppi criminali ci vuole una vera azione di sensibilizzazione culturale. Non bastano slogan o promesse politiche Mi assumo la responsabilità di cio che ho scritto e mi chiedo perché quell’infedele accompagnò i criminali al mio cospetto? Dov’è la differenza tra i criminali e colui che dovrebbe essere garanzia di legalità? Forse a non volermi al centro storico di Bitonto non fu solo quella criminalità di strada, ma anche chi ha speculato sull abbandono del centro storico.