Le associazioni sportive dilettantistiche tornano a chiudere i battenti, a seguito di nuove misure più restrittive disposte dal Governo per la seconda ondata di contagi da Coronavirus.
Anche a Bitonto ci sono state le prime grida di protesta.
«Siamo tanto arrabbiati perché abbiamo lottato tanto per mettere tutto in sicurezza -ha raccontato ai taccuini del Da Bitonto un gestore di un’associazione sportiva dilettantistica-e ora che ci stavamo risollevando nuovamente, improvvisamente il Governo ha deciso di chiuderci».
«In realtà, non c’è un dato scientifico che attesti un aumento dei contagi nelle palestre o nelle associazioni sportive dilettantistiche. Perciò, non vedo il motivo per cui dobbiamo restare chiusi. Al Governo chiediamo di lavorare, di poter trasmettere la nostra passione rispettando tutte le misure di sicurezza perché noi viviamo di questo».
E sono le stesse parole che si leggono su uno striscione fuori la sua associazione sportiva dilettantistica, “Io vivo di danza”. Tante sono state le difficoltà affrontate già con il primo lockdown e l’impegno per tenere lezioni di danza rispettando le norme anti-contagio non è stato sufficiente.
«Il Ministro Spadafora ha promesso già di erogare altri aiuti economici, ma non possono fare un miracolo. Non è stato assolutamente semplice ricominciare da zero dopo il primo lockdown, abbiamo lavorato senza sosta pur di recuperare un po’ tutte le spese e non demoralizzarci».
Come rialzarsi dopo questo ulteriore colpo è difficile prevederlo. «Il sindaco Michele Abbaticchio ha ascoltato il mio grido di protesta e ha detto che sta già provvedendo a pensare a un’alternativa per lo sport, per le mie lezioni di danza per esempio facendole all’aperto».
«Speriamo di ripartire presto perché danzare è importante, arreca benessere psicologico, aiuta a socializzare, aiuta noi stessi che viviamo di questo. Abbiamo fatto tanti sacrifici, ci sono tanti progetti che dobbiamo realizzare e non si possono mandare all’aria come se nulla fosse».