Reti
di impresa. Strumenti utili, nell’economia globalizzata, ad
accrescere la competitività, rispetto alle imprese concorrenti straniere, in un
periodo molto duro per l’economia italiana. Se ne è parlato nei giorni scorsi
in un seminario tenutosi a Palazzo Gentile, nella Sala degli Specchi.
“Scopo
delle reti – ha sottolineato Moncada, manager consulting di rete ETOIL Oil&Gas – è sviluppare prodotti e conoscenze
complementari tra loro, attuando una nuova forma di cooperazione tra le imprese.
In questo modo è più facile investire nell’innovazione, snellire le aziende,
aumentare l’efficienza e ridurre gli sprechi, in un’economia sempre più
internazionalizzata. Dunque, tramite l’associarsi in una rete è più facile
aumentare gli standard qualitativi e di sicurezza, accrescendo di conseguenza
l’affidabilità delle imprese. Ma per far si che ciò accada urge facilitare
l’accesso al credito e alleggerire la pressione fiscale”.
Ma al pieno utilizzo di questa risorsa, a parer dei relatori, si frappongono in
Italia alcuni ostacoli.
“In
Italia manca una disciplina puntuale sulle reti di impresa. Vige un assetto
confusionario” ha evidenziato Michele Naglieri, commercialista e consulente della Rete Bit.
Sulla stessa linea
d’onda Oronzo Amorosini, direttore GAL Fior d’Olivi, secondo cui “il principale limite allo sviluppo di reti
di imprese è il vuoto legislativo”.
“Le
singole imprese non riescono spesso ad accedere ai fondi comunitari –
ha aggiunto Amorosini – Le reti, in
questo senso, sono più capaci”.
Intervenuto, per
l’amministrazione comunale, l’assessore al bilancio Michele Daucelli, che ha sottolineato la necessità di corsi di
formazione per favorire l’internazionalizzazione, e di investimenti in nuovi
campi “per differenziarci dagli altri”.
“Occorre
specializzarci in prodotti che siano ecocompatibili, di qualità e che
rispecchino gli standard di sicurezza. Occorre inoltre un’ottimale gestione
delle risorse” ha concluso Daucelli.
Intervenuto,
durante il seminario, anche l’onorevole Francesco
Cariello, eletto alla Camera, nelle ultime elezioni politiche, tra le fila
del M5s, che ha colto l’occasione
per illustrare all’assise un emendamento, illustrato nei mesi scorsi in
Parlamento, per convogliare i soldi derivanti dal taglio dei costi della
politica ad un fondo da destinare alla piccole e medie imprese.