Nessuna aggravante del metodo mafioso. Perciò pena ridotta e, quindi, di
nuovo in libertà.
È
nuovamente un cittadino libero Francesco Cariello, il 28enne
bitontino accusato di
presunta estorsione ai danni di un cantiere della “Debar”,
l’impresa edile del presidente
dell’Ance (Associazione
nazionale costruttori edili) di Bari
e Bat Domenico de Bartolomeo.
Condannato
in primo grado a 2 anni e 6 mesi di reclusione, nei giorni scorsi la
Corte d’appello di Bari ha ridimensionato la pena riducendola a 1
anno e 10 mesi, perché non ha riconosciuto l’aggravante mafioso.
I
fatti contestati risalgono al settembre 2012, quando Cariello avrebbe
preteso di essere assunto dall’azienda edile che in quel periodo era
impegnata nella costruzione di un nuovo
istituto scolastico nella zona 167 di Bitonto.
Tutto è
stato denunciato e confermato dallo stesso De Bartolomeo che,
costituitosi parte lesa, ha confermato la presunta estorsione,
raccontando che il giovane si sarebbe presentato nel cantiere e
avrebbe minacciato di non lasciarlo fino all’assunzione.
Le sue
dichiarazioni hanno fatto scattare, nel maggio 2013, le manette per
Cariello, processato e condannato in primo grado dal tribunale di
Bari a 30 mesi di carcere ad aprile scorso.
Pena, poi,
ridotta in appello, che però ha confermato il risarcimento danni nei
confronti di De Bartolomeo, tutto ancora da quantificare.