Un uomo perduto nel deserto di ricordi che è diventato il suo cuore.
Frammenti del passato, che diventano coriandoli di nulla.
Note scomposte di un dolcissimo adagio dedicato alla vita, forse dimenticato per sempre.
Lo sguardo carezzevole d’amore della figlia, che lo abbraccia e lo riconduce a casa, nottetempo.
Perché un genitore ammalato d’Alzehimer s’assedia d’affetto fino a non farlo sentire mai solo.
Ce lo insegnano le parole della poetessa bitontina Mariella Cuoccio: “Ed
ora che sono vicina al tuo corpo/privo
di memoria, di identità/e
di un passato/cerco
di segnare un sentiero/in
quel dolore che confonde“.
In quell’attimo fugace ed eterno, tutto torna sulla strada maestra: “Allora
dammi le mani, mamma,/sarò
io per te quercia/in
questa foresta ombrosa,/le
mie radici,/un
tempo le tue,/si
espanderanno/e
la mia chioma di foglie/ti
eleverà al cielo“, ancora stilla l’anima di Mariella.
Con lo stupendo e scavante corto “L’abbandono” del regista Salvatore Lanotte, interpretato magistralmente da Mary Di Pace e Alberto Rubini – sì, proprio lui, il padre (e maestro) dell’attore e regista Sergio – si è aperta la serata in beneficenza della barese Casa “don Tonino Bello” di Alzehimer Italia, che si è tenuta la scorsa settimana nell’incantevole Teatro Petruzzelli rinato e gremito di autorità.
Il responsabile del centro, il dottor Pietro Schino ha ricordato che sono 70 mila in Puglia e 6-7 mila solo a Bari coloro che sono affetti da questo morbo divorante, a fronte di solo tre centri diurni.
La Casa offre un sostegno concreto anche alle famiglie dei pazienti h24 sotto ogni forma, dai contatti telefonici fino alla cura dei cari per alcune ore al giorno, “perché le istituzioni sono latitanti, e non si riesce a riconoscere questa patologia come malattia sociale perché il piano delle demenze è inattuabile per carenza di fondi“, ha amaramente denunciato.
Il tridente di presentatori – la splendida Micaela Calcagno, ossia Lady Paparesta, il salace Mauro Pulpito e il tambureggiante Michele Salomone – ha tenuto il palco per più di due ore, dando spazio alla musica del “Miulli Live“, gruppo “ospedaliero” dal repertorio accattivante, alle evoluzioni rabbrividenti del duetto di acrobalance Makrì e Danilo, ai versi dolci e dolenti dei due attori succitati – Mary: “sospesa fra pietà e amore ti sorreggo al limite della notte“. Alberto: “perché le fiabe e i sogni che palpitano nei cuori dei vecchi e dei bambini sono gli stessi“.
E, infine, la perla di un emozionato Sergio Rubini, che ha narrato da par suo la parabola di Matteo Salvatore, cantante folk foggiano, “cuore ignaro di fanciullo“.