Era presente quasi tutto l’associazionismo locale ieri mattina a Mariotto in Villa Jannuzzi, per la nuova tappa della Mappatura dei beniconfiscati alla mafia, organizzata dal Presidio Libera di Bitonto.
I rappresentanti delle varie associazioni si sono recati insieme in Via Mentana per fare una ricognizione delle condizioni in cui versa un immobile confiscato a un pregiudicato lucano, residente alcuni anni orsono a Mariotto, forse a seguito di un procedimento giudiziario. Una sentenza definitiva di condanna, per un reato connesso all’associazione mafiosa, ne ha poi comportato la confisca.
E’ stato così possibile rendersi conto delle condizioni di totale fatiscenza della struttura: due piani con scalinata, balconi e terrazza, più box pertinenziale. Le stanze sono ormai rifugio dei colombi e sono disseminate ovunque di escrementi.
Nelle settimane scorse, ha precisato il consigliere comunale Gaetano De Palma, «si è eseguito un sopralluogo con la responsabile del settore, la dottoressa Tiziana Conte, che ha potuto verificare le condizioni pessime, anche nel senso della pericolosità, in cui versa l’immobile. I balconi ad esempio vanno messi in sicurezza, insieme con altre parti del fabbricato. Ritengo sia opportuno creare un consorzio di associazioni che renda possibile una migliore ripartizione dei costi di recupero dell’immobile. Una volta rilevato il bene, occorrerà poi affiancare alle attività di carattere puramente sociale o culturale, altre che possano produrre un ritorno economico con cui coprire le spese della ristrutturazione: penso ad un punto vendita prodotti locali, per fare un esempio».
Vincenzo Brascia delPresidio Libera Bitonto ha ricordato che in questi giorni ricorre il ventesimo anniversario della legge sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, fortemente voluta dall’on. Pio La Torre, poi assassinato dalla mafia.
«Quello dei beni confiscati è uno degli aspetti che caratterizza l’operato di Libera a livello nazionale. L’obiettivo è mappare i beni confiscati e fare da stimolo verso le amministrazioni comunali cui i beni sono assegnati, in modo che si affidino alle associazioni sul territorio. L’obiettivo è creare sinergie tra associazioni, dato che un bene confiscato non può chiudersi in una gestione privata essendo, per definizione di antimafia sociale, bene di tutti».
Adriano De Palo, vice presidente de La Mandragora, associazione bitontina che si occupa di promozione della cultura naturalistica, e che ha formalmente avanzato domanda per l’assegnazione dell’immobile di via Mentana, afferma che «occorre recuperare la conoscenza della tipicità locale e quindi valorizzare il territorio attraverso la cultura delle varietà locali di piante e ortaggi. Con la Mappatura si raccolgono i dati utili a chi voglia intraprendere un’iniziativa agricola come piccolo produttore attraverso il progetto della c.d. Filiera Corta che riguarda i prodotti orticoli che non si producono più. Mariotto è sinonimo di buona agricoltura, noi vorremmo creare un punto di aggregazione per intraprendere un discorso nuovo, di mercato e di tipicità locale».
Francesco D’Elia(associazionismo terlizzese) insiste sul tema dell’educazione alla legalità, urgente in una realtà come quella di Terlizzi. «L’obiettivo delle nostre associazioni è di creare un gruppo propedeutico all’apertura di un Presidio Libera a Terlizzi. Occorre dialogare con l’associazionismo locale e gli enti pubblici se si vogliono raggiungere gli obiettivi che con grande ambizione ci siamo posti”
Pasquale Castellano(segreteria del sindaco e presidente del circolo culturale Arci – Train de Vie,) sostiene che «l’idea è di cercare un gruppo di volenterosi che vogliano rischiare un po’ per far ripartire questo bene, contando anche su delle risorse comunali che andrebbero messe in bilancio quanto prima, dopo aver individuato beni da alienare. Abbiamo accolto il progetto filiera corta dell’assne Mandragora per promuovere le specificità dell’Alta Murgia. Pensiamo a una ciclovia il cui finanziamento è stato rimpinguato fino a circa 400 mila euro; ad un supporto sul modello dell’officina del Bike Sharing, possibile grazie anche al locale pertineziale sul retro dell’edificio. Andrebbe fatto un protocollo d’intenti tra le associazioni per iniziare le prime, piccole attività sociali».
Domenico Bellifemine (L’anatroccolo)
«Siamo sul territorio dal 2000 con un’associazione di ragazzi diversamente abili. Abbiamo un riferimento nel napoletano, dove i ragazzi di associazione simile hanno coltivato alberi di mele tipiche che sono diventate un prodotto oggetto di esportazione. La nostra associazione ha rilevato un immobile confiscato a Bitonto in Via Muciaccia, ma la gestione economica non è semplice. Per questo siamo entrati in un network associativo, il R.O.A.D. (Rete Organizzazione Area Disabilità) che comprende dieci associazioni per realizzare un progetto per l’indipendenza dei ragazzi all’interno di questi appartamenti confiscati. Si è fatta una stima delle spese e un progetto di centro socio sanitario residenziale e infine le sponsorizzazioni delle aziende locali».
Paolo Dellorusso (Mariott’Arte)
«Il problema non chiarito è come coordinare gli interessi delle associazioni sul singolo bene immobile. Noi saremmo disposti ad interloquire con le altre realtà associative ma la gestione congiunta dell’immobile potrebbe creare qualche inconveniente pratico. Ognuno di noi ha una finalità sociale lodevole ma se le associazioni sono diverse come ci organizziamo?»
Anna Ungaro (Mariotto Libera)
«L’iniziativa di questa mattina testimonia del rispetto verso la comunità. Quanto all’immobile, le sue condizioni strutturali sono molto precarie e MariottoLibera non ha i fondi necessari alla ristrutturazione del bene. Solo se il Comune dovesse provvedere ai fondi per la ristrutturazione, l’associazione potrebbe pensare di rilevare l’immobile».
Andrea Nicole Brascia (Ass.ne Train de Vie – Bitonto)
«Non devono prevalere i protagonismi delle singole associazioni. Se c’è un progetto che parte da Mariotto, si deve solo capire come tale progetto possa coordinarsi all’interno della rete associativa che si costituirà».