Un patrimonio materiale ed immateriale, la nostra storia, la nostra tradizione.
È il museo della Civiltà contadina e della Tradizione popolare che da oltre cinquant’anni tiene viva la memoria del nostro territorio. A farsi carico del prezioso compito, il Centro Ricerche di Storia e Arte bitontina.
Ieri mattina, durante la manifestazione “Bitonto Cortili Aperti”, sono state presentate le nuove teche in cuci sono stati disposti alcuni reperti, ottenuti grazie ad un finanziamento Sac: «Voglio ringraziare l’amministrazione che ha dato la possibilità di usufruire di queste teche – ha commentato il presidente, Stefano Milillo -. Il contadino è parte fondamentale della nostra storia e ci sono varie attività che sono scomparse, come l’artigianato, che hanno reso viva la nostra comunità in passato».
E fa un appello: «Non abbiamo più la possibilità di accogliere reperti, perché gli ambienti sono diventati ormai saturi. È il momento di pensare insieme ad uno spazio più ampio e dignitoso».
«Gli oggetti all’interno delle teche rappresentano quello che è stato il gap principale della nostra storia: l’allontanamento progressivo dalle aree rurali, a favore di un eccessivo inurbamento – ha commentato il sindaco Abbaticchio -. Il patto città – campagna mira proprio a contrastare questo fenomeno e a favorire attività produttive lì dove si sono perdute. Accogliamo la proposta del prof. Milillo e proviamo a rilanciare proponendo il primo piano del chiostro di San Domenico, sarebbe davvero meraviglioso».
«Il progetto dedicato agli spazi della memoria del Sac riguarderà anche mostre tematiche, archivi digitali con video, foto, audio (detti, nenie, canti), con l’obiettivo specifico di riscoprire la città come era prima», ha aggiunto l’assessore Mangini.
Nelle teche ci sono anche oggetti restaurati: «Con l’associazione “Una teca per tutti” abbiamo avviato un lavoro di manutenzioni degli oggetti. Con la dott.ssa Lucia Schiavone e tre ragazzi portati per la manualità, abbiamo lucidato degli oggetti in rame e provato a compilare anche delle schede tecniche», ha commentato la dott.ssa Chiara Cannito.
«Il nostro Centro ricerche si può fregiare di essere sul territorio da oltre 50 anni ed è uno dei pochi ancora attivo in Puglia con un patrimonio significativo – ha dichiarato la prof.ssa Carmela Minenna -. Usufruendo di queste teche abbiamo ipotizzato una sintesi dei vari percorsi museali che speriamo di rendere efficaci nel tempo, dedicando gli spazi all’olivicoltura, alla viticoltura e alla coltivazione del grano. Patrimonio aggiunto è, sicuramente, un bene immateriale come il nostro dialetto».
Un percorso non solo museale, ma anche librario grazie alla preziosa pubblicazione delle dott.ssa Cannito, Minenna, Maria Anna Visotti e del dott. Antonio Sicolo, “A Pongiàlba”, che è stato distribuito in tutte le scuole cittadine.