È
successo ancora, questa volta a Mariotto.
Dopo
il folle inseguimento che lunedì mattina ha seminato paura per le strade del
paese, la popolazione locale si è divisa in due fazioni dinanzi alla scena dei carabinieri
che ammanettavano il malvivente.
Alcuni
hanno applaudito d’istinto, quasi a volersi complimentare per il buon esito
dell’operazione.
Altri, invece, hanno inveito contro i due agenti, arrivando a giustificare
il noto pregiudicato con la solita tiritera che “quando c’è la crisi, la gente deve pure campare”.
Ovviamente,
trattasi di assuefazione al male, stando alle teorie di alcuni famosi sociologi.
E specie a noi bitontini, un inseguimento con qualche proiettile sparato per
strada non può che solleticarci a mala pena le coscienze.
Fatto
sta che questo “brav’uomo” non era la prima volta che si cacciava in un bel
guaio. E i mariottani l’hanno capito sin da subito e prima ancora delle
verifiche da parte delle Forze dell’Ordine, perché il bitontino Michele Lisi quella mattina
guidava il camion con una perizia da far invidia a qualche mediocre conducente
di Formula Uno.
E quindi, o era un amante dei videogiochi o era abituato a
esser inseguito e a svignarsela.
Ma
di certo, non si può dire che fosse un cinefilo, altrimenti avrebbe saputo che gli
inseguimenti devono pure concludersi da qualche parte e, al solito, in una
scarpata o contro un muro.
L’uomo,
dopo aver rubato il mezzo ad Altamura, ha dapprima percorso 40 Km su una strada
che non è il massimo della comodità e ha provato a seminare la pattuglia che gli
stava alle calcagna. Poi, ha girato attorno a un isolato di Mariotto all’impazzata
per tre volte, riuscendo a non trascinarsi appresso il gazebo del Bar Fanidé e
a non schiantarsi contro il furgoncino che, dinanzi al Panificio Lisi, scaricava
la farina e riduceva enormemente la carreggiata.
Come
sia riuscito in quest’ardua impresa, è semplice persino intuirlo.
Guidando
su due ruote.
Pertanto,
alla vista di questa scena e consci del fatto che Mariotto abbia smesso di
essere un set cinematografico a luglio scorso, la gente è accorsa numerosa.
“Ero in casa e ho sentito le sirene e tanto
trambusto”, racconta Nicoletta, “poi,
quando sono uscita ho assistito a una scena da film. Un camion girava su due
ruote e la gente correva a rintanarsi negli esercizi commerciali. Infine, ho
udito un boato e ho capito che il mezzo era andato a schiantarsi da qualche
parte”.
Per
la precisione, il veicolo ha ultimato la sua corsa contro l’abitazione della signora
Franca (via Garibaldi, civico 32), che mostra ancora sul volto i segni evidenti
di un fortissimo spavento.
La
donna, infatti, racconta di aver prima osservato il camion passare a gran
velocità per tre volte e, poi, di aver visto il guidatore lanciarsi dal mezzo e
questo continuare da solo la sua corsa verso di lei. A quel punto, ha creduto
di vederselo entrare in cucina e di essere uccisa.
“Per fortuna, si è schiantato contro lo
spigolo della casa che è più resistente”, commenta Franca, “se avesse colpito la vetrina sarebbe entrato.
E se ci fossero state le mie nipotine o qualsiasi altro bambino sul
marciapiedi? Sarebbe stata una tragedia”.
Insomma,
alla fine l’anomala mattinata si è conclusa senza feriti e con l’arresto del
malvivente. Ma, a due giorni di distanza, a Mariotto si grida ancora al
miracolo.