Una
boccata d’ossigeno “grossa” 150mila euro. E che arriva
direttamente dalla Città metropolitana.
Nei
giorni scorsi, infatti, l’ente che ha rimpiazzato la Provincia ha
staccato un assegno da 150 mila euro (in realtà, però, 112mila sono
stati erogati subito, la parte rimanente dovrebbe arrivare entro la
fine dell’anno) all’Azienda servizi alla persona “Maria Cristina di
Savoia”, che da anni naviga tra debiti e arretrati.
La
quota erogata rappresenta il (primo) contributo annuale dell’ente e
va in continuità con le somme che la Provincia versava nelle casse
della struttura.
Che,
adesso, utilizzerà questi soldi per far fronte agli otto mesi
stipendio arretrati che reclamano i dipendenti.
«Senza
la presenza dei nostri rappresentanti – sottolinea
il presidente dell’Asp, Vito Masciale – non
avremmo avuto questi soldi. Saranno spesi per pagare due mensilità
ai dipendenti di quelle che giustamente reclamano.
Da
aprile, e quindi dal mio insediamento, abbiamo recuperato parte delle
somme che i Comuni dovevano darci, anche se vantiamo ancora un
credito di svariate migliaia di euro».
Anche
se, è proprio a causa di questi Comuni inadempienti (c’è anche
Bitonto nella lista, che tra l’altro ritarda ancora nella nomina del
proprio rappresentante nel Consiglio di amministrazione dell’ente),
il “Maria Cristina” ha accumulato debiti per oltre 500mila euro.
Una
situazione difficilissima, ma l’ex assessore alla Pubblica istruzione
chiede tranquillità: «Gli
impegni finanziari – promette
– saranno
mantenuti. Sia con i dipendenti che con i fornitori. Niente verrà
bruciato, ma è chiaro che serve tempo e la tranquillità da parte di
tutti».
Una
soluzione potrebbe essere quella di implementare i servizi offerti
dall’Azienda. Non solo quelli già attivi, ma anche nuovi.
Novità,
infatti, così come fa sapere la “Gazzetta
del Mezzogiorno” di
ieri, sono previste per la “Casa della giovane”, l’avvio di un
asilo nido, che sarà il primo pubblico della città nonché di un
centro famiglia.
Prevista,
anche, (finalmente) l’attivazione di un centro diurno per i bambini
vittime di violenze e abusi, i cui arredi, però, sono pronti già da
tre anni.
«Abbiamo
chiesto un contributo anche alla Regione – conclude
Masciale – ma non
sappiamo se e quando sarà erogato. Molto più facile che arrivi
qualche agevolazione, invece, anche se non sappiamo ancora in quali
forme».