Il Comune di Bitonto? È esemplare. Sulla lotta al gioco d’azzardo.
Il felice aggettivo arriva dal quotidiano “L’Avvenire”, che in un articolo di ieri ha passato in rassegna tutto quello che il Belpaese sta facendo per combattere quella che è diventata una patologia.
Facendo emergere un dato: mentre si attendono le decisioni del Governo, Regioni ed enti locali sono costretti a fare da soli, scontrandosi con l’interesse delle lobby, ricorsi e controricorsi tra Tar e Consiglio di Stato.
E, nella mappa dei Comuni impegnati nella lotta (non a caso articolo si chiama “La guerra dei Comuni per frenare l’azzardo”), spicca la città dell’olio e del sollievo. La nostra.
Descritta così: “Esemplare, in questo senso, è il Comune di Bitonto dove in un anno sono state chiuse ben sette sale gioco su 15, proprio in conseguenza dell’ordinanza sugli orari del sindaco Michele Abbaticchio, vicepresidente di Avviso Pubblico”.
I fatti, li sappiamo già. Anche perché li abbiamo raccontati un paio di settimane fa (https://bit.ly/2GOomeo). La lotta bitontina contro il fenomeno delle slot machine inizia nel 2015, con un’ordinanza ad hoc con la quale si disciplina gli orari di attività e l’obbligo di comunicare allo Sportello unico delle attività produttive – lo Spun – del Comune l’orario di esercizio praticato.
Dopo due anni e mezzo, sono arrivati i primi risultati. Chiuse metà delle sale da gioco della città.
Secondo il quotidiano vicino alla Santa Sede, inoltre, “tra quattro giorni si comincerà a spegnere un terzo delle slot italiane. Lo prevedeva la ‘Manovrina’ 2017 che fissava al 30 aprile 2018 il taglio delle ‘macchinette’. I gestori avranno sei mesi di tempo per distruggere o vendere, anche all’estero, le slot, come prevede un decreto dell’Agenzia dei monopoli dello scorso 30 marzo”.