Un manifesto d’amore.
Dolcissimo e dolente. Atroce e bellissimo. Straziante e autentico.
Tutto questo è la lettera che Gianluca ha scritto al papà, d’improvviso scomparso tragicamente qualche giorno fa.
Epistola che, in nome di un’antica amicizia, mi permetto di pubblicare.
Facebookiano non essendo, detestavo che questo testo – nel senso etimologico del termine – non potesse essere conosciuto anche da chi è fuori dall’asocial network.
Perché è un piccolo grande insegnamento per tutti noi.
Grazie, Gianluca, per averla scritta.
Eppoi, babbo e figlio, li vedevi spesso insieme, nel loro covo prediletto, la Libreria del teatro, miniera per tutti gli amanti dei libri, bitontini e non solo.
Dialogavano, scherzavano, parlavano, ridevano.
Quasi si specchiavano, pur essendo diversissimi.
Caro (per davvero) Gianluca, è nel crocevia degli attimi che l’enigma si fa vero.
Ora che non c’è più, papà è dentro di te.
E’ il tuo stesso respiro.
M. S.
Com’è strana la vita.
Passi un”intera esistenza vicino a chi ami, alla tua famiglia e pensi di conoscerli da sempre perchè è da sempre che li vedi; ogni giorno con i soliti occhi di sempre, con lo stesso cuore di sempre, coi problemi di sempre. Sino a quando non arriva quel singolo momento che cambia tutto, rivoluziona tutto, e capisci che in realtà sono proprio tutti i pensieri considerati ad essere limitati, ristretti al confronto di un amore smisurato ed incomprensibile alla propria mente, un amore illimitato che riconosci e abbracci subito non appena arriva quel momento, quel singolo momento che cambia tutto.
Da questo momento in poi lascerò alla pioggia le mie lacrime, il dolore dissiparsi alle mie spalle, ad ogni passo il battito ritmato del mio cuore sussurrerà il tuo nome. Stringerò il petto in un abbraccio per trattenere il ricordo già lontano che ho di te affinché il sole, che timidamente tornerà, non ti porti via.
E io starò seduto, lì, ad attendere tra le nuvole, davanti a quel cancello, perché la voglia di rivederti è più forte del tempo che dovrò aspettare. Ho portato con me la valigia dei nostri ricordi, l”apriremo insieme e ti lascerò i miei sorrisi e ruberò la tua voce per riascoltarla nelle notti buie. Mi mancherai babbo.
Ti amo. Tuo figlio,
Gianluca