Cinque giorni per riscoprirsi comunità nel nome della
fede e delle tradizioni. Facendo pure un tuffo nel passato, per riassaporare
quel forte e inebriante profumo di storia della nostra Bitonto che fu.
Anche quest’anno la nostra città ha onorato la sua Santa Patrona, e lo ha fatto con un
calendario ricco di eventi per tutti i gusti: dai riti della tradizione
classica agli eventi musicali, passando per mostre, momenti di condivisione e
un salto indietro nei secoli. Tante istantanee dinanzi ai nostri occhi: di
festa, di colori, di preghiera, di allegria, tutte unite da un unico filo
conduttore: il legame con la nostra città, il legame dei bitontini con la loro
Bitonto. Da riscoprire, da vivere in tutte le sue bellezze e in tutti i suoi
mille volti, estraniandosi per un attimo dalle fatiche del quotidiano.
Maggio è il mese mariano per eccellenza. Bitonto e la
sua Madonna Immacolata. La Peregrinatio Mariae ha fatto crescere quel senso di
“sentirsi comunità”, un’unica sola comunità, riunitasi attorno alla nostra
Vergine. Accolta in festa da coloro che dal centro della città, cuore pulsante
ormai della nuova Bitonto, sono lontani. Fisicamente e non. E che in centro si
sono riversati per accompagnare la Sacra Immagine nel cammino in città, tra due
ali di folla, che nel rispetto, nella fede e nel culto hanno espresso le
proprie preghiere e le proprie raccomandazioni, hanno riposto le proprie
speranze ed i propri affanni del cuore.
Tanti i risvolti, gli aspetti e le emozioni di questi
giorni di festa. Partiti sotto le minacce di un tempo incerto e assai
capriccioso, ma più forti di qualsiasi previsione meteo nefasta (che a parte
sabato, praticamente non ci ha mai preso!).
Sabato appunto. Nonostante la pioggia, si è dato il via
alla Festa Patronale. Lo scoprimento del quadro che raffigura il
miracolo di quel 26 maggio di 281 anni fa, l’accensione a ritmo di musica delle
luminarie della ditta “Faniuolo” di
Putignano. Uno spettacolo di luci e colori del genere avrebbe sicuramente
meritato cornice ambientale migliore, con la pioggia che purtroppo ha fatto
desistere tanta gente dall’avventurarsi in centro per partecipare al via. Ma
fortunatamente, la ripetizione nelle serate a seguire ha consentito a tutti
prima o poi di apprezzarne la bellezza dello spettacolo di luci e lo splendore
di un centro illuminato a festa. Peccato per l’annullamento della meraviglia di“Meraviglioso”, lo spettacolo
musicale di Giovanni De Filippi e della bitontina Mariangela Aruanno, sulle note straordinarie di un pugliese doc,
celebre per il suo “Volare”, Domenico Modugno. Negli occhi tristi di
Mariangela, durante le fasi di smontaggio del palco in Piazza Cavour, il
rammarico suo e forse dell’intera città per non aver portato nel suo borgo natio un
lavoro che tanti riscontri positivi sta riscuotendo.
Nota a parte merita il videomapping sul Torrione Angioino, organizzato dall’Accademia
delle Belle Arti di Bari, che ha riprodotto la storica e cruenta battaglia di
Bitonto del 25 maggio 1734. Pareri discordanti ma sicuramente uno spettacolo
tecnologico di pregevole fattura, che ha dato una chiave di lettura
ed una ricostruzione storica nuova e assai simbolica.
Ma il sabato è stato il giorno anche del via a “Cortili Aperti”, il fiore
all’occhiello, da tre anni a questa parte, delle Feste Patronali. Organizzato dal Comune di Bitonto e dall’ADSI – Associazione Dimore Storiche Italiane, Bitonto ha la fortuna di
accogliere quest’evento che viene individuato proprio nei giorni a noi tanto
cari. Sicuramente un pizzico di fortuna, forse una mano dall’alto per rendere
ancor più speciale l’atmosfera in città. “Cortili Aperti” è un tuffo nella
storia, nella nostra storia secolare: è passeggiare ore e ore senza sentire la
fatica, allietata dalla bellezza e dallo splendore che ti riempiono il cuore
(Palazzo Pannone – Ferrara e quella sensazione di camminare in una Bitonto
sotterranea…); è sentirsi turisti per un giorno a casa propria, guidati
dall’entusiasmo, dalla freschezza e dalla preparazione degli studenti
bitontini, guide turistiche per un giorno, sentinelle valide ed effervescenti della
nostra storia nel futuro. Meritano davvero un plauso i nostri ragazzi: per aver incarnato lo spirito della manifestazione, per essersi
messi in discussione, per aver interagito con gente incuriosita e desiderosa di
conoscere. Ma soprattutto per l’organizzazione, perché hanno studiato,
appassionato ed invogliato all’ascolto. Ecco un valido esempio di “Buona
Scuola”, quella fatta sul campo, che interagisce col territorio, che si integra
con le istituzioni e le associazioni, che si fa portavoce della crescita
culturale della città.
Certo, non sono mancate alcune defalliance: un servizio
di sicurezza e sorveglianza del territorio più presente ed organizzato sarebbe
stato auspicabile, ma si sa: sempre meglio avere per il futuro aspetti da
migliorare per rendere anno dopo anno la manifestazione migliore.
“Cortili Aperti” si è tenuto anche la domenica,
giornata che si è conclusa sulle note eleganti e raffinate di Ron e del suo Neverending TouRon: un’idea del Comune, un
viaggio tra le poesie più celebri del cantautore di origine tranese, senza
tralasciare il ricordo del grande amico Lucio Dalla. Un concerto delicato per
raccontare sentimenti ed emozioni ad una Piazza Cavour gremita come non mai.
Lunedì si è rinnovata la tradizione del Corteo Storico, curato dall’Accademia
della Battaglia, per eternare la memoria del conflitto tra truppe spagnole e
francesi alle porte di Bitonto tra 24 e 25 maggio 1734: un passo indietro sul
tessuto socio-economico della Bitonto dell’epoca, con tante novità: nella
musica, con concerti d’archi, timpanisti e sbandieratori, la presenza dei
Cavalieri di Malta adulti e l’aumento del parco costumi.
In serata, la freschezza e l’entusiasmo giovanile dei Sound Messengers, che viaggiando nella
musica degli ultimi 40 anni ha soddisfatto i gusti di grandi e piccini. Ed
ancora prima, la grandezza dello spettacolo di Raffaello Fusaro: l’arte che abbraccia la storia, il teatro che si
nutre della bellezza e della maestosità della nostra Cattedrale.
Detto della processione, i virtuosismi ed i giochi di
luce dei fuochi pirotecnici hanno
praticamente fatto calare virtualmente il sipario sulla festa: il cielo
illuminato a festa, occhi e nasi all’insù, tra espressioni di stupore e
applausi di approvazione. Degna chiusura, assieme all’omaggio di Tony Esposito, mercoledì sera, ad un
grandissimo della musica italiana, Pino
Daniele.
Come ogni cosa bella, anche la Festa è finita. Non ci
resta che continuare ad avere negli occhi le istantanee di questi cinque
giorni. Merito, senza dubbio, del lavoro del Comitato delle Feste Patronali, guidato dal prof. Nicola Pice. A loro il ringraziamento per quanto seminato nei
mesi precedenti, costruito e raccolto in questi giorni, assieme al prezioso
contributo dell’Amministrazione comunale e di tutte le associazioni coinvolte.
Ora non resta che pensare a quel che avverrà tra un anno, quando si dovrà puntare
ancora una volta a quello che riteniamo sia l’obiettivo principale di queste
Feste Patronali: riscoprirsi comunità, cioè sentirsi orgogliosi di essere bitontini.