Sì, ci sono ancora le luci intermittenti, i festoni, gli alberi e i presepi, ma il Natale non è più quello di una volta.
Sarà che siamo tutti più prigionieri della routine quotidiana, che ci sembra sempre un gomitolo inestricabile di affanni, sarà che il tempo passa e la vita ci mette dinanzi a nuove sfide che ci cambiano il punto di vista, certo è che non è più la stessa cosa.
Il profumo al mattino dei dolci preparati in casa, i pastorelli e gli angioletti da contemplare in quel paesaggio onirico che inventò San Francesco, il lago uno specchietto incastrato fra due rocce di carta, i re Magi sulla collina in fondo che seguono la stella cometa. E poi le preghiere e la tombola, le canzoni e l’allegria.
C’era una purezza del cuore che oggi non esiste più. O quasi. E che poteva cantare solo Michele Muschitiello, l’impareggiabile speleologo dell’anima nostra, lo studioso della storia e cultore della memoria della bitontinità, con quella giusta, dolceamara nostalgia che schiude le porte alla poesia.
Buon Natale, dunque, a tutti voi, cari lettori, e ascoltate questa meravigliosa lirica del medico dialettologo (con le immagini dell’ottimo Mimmo Latilla): sentirete un vento di bellezza soffiare dentro di voi e l’eco felice dell’età più bella…