Una giornata
all’insegna delle emozioni e della commozione, nella memoria e nel ricordo di
un padre di famiglia, di un uomo, di un educatore e di un appassionato del
sapere, che ha lasciato tracce indelebili in chiunque lo abbia conosciuto ed
incrociato nel proprio percorso di vita.
Sabato mattina
scorso è stata intitolata l’auditorium dell’Istituto per l’Agricoltura “De
Gemmis – Traetta” al compianto professore
Arcangelo Morea, scomparso nei mesi scorsi.
Alla cerimonia,
moderata dal dirigente scolastico dell’Istituto, Maria Rosaria De Matteis, hanno partecipato i famigliari del prof.
Morea – la moglie Rossella, i figli Giorgio e Novella, e i fratelli – l’assessore alla Pubblica Istruzione, Vito Masciale, in rappresentanza
dell’Amministrazione comunale, ed il rettore della Basilica dei Santi Medici, don Ciccio Savino.
La giornata è
iniziata con la famiglia che ha scoperto la targa all’esterno dell’auditorium,
ed è proseguita con un momento toccante di ricordo e memoria, per poter far
vivere tra i presenti la figura del prof. Morea. Un pensiero unico accomuna
tutti: non un semplice docente ma qualcosa di molto di più. Arcangelo Morea è
stato un padre di famiglia, un amico che ha spronato alla vita, è andato alla
continua ricerca del sapere, dell’analisi e dell’approfondimento, un esempio di
cittadinanza attiva, accanto ai più deboli e a chi è in difficoltà. Ha saputo
ascoltare, dialogare, confortare e invitare tutti, persino negli ultimi suoi istanti di vita, al sorriso, all’allegria, alla voglia di guardare avanti e
lottare fino in fondo per fortificare le proprie idee.
«Il
prof. Morea era innamorato dell’insegnamento, visto come un mestiere ed una
vocazione fondamentale nella sua crescita umana –
ha ricordato la dirigente De Matteis–. Ci ha educato tutti quanti a combattere per le proprie idee, a difendere i più deboli e a
mettere sempre la propria faccia in tutto».
«Arcangelo
Morea è stato un vero scrigno di sapere, impegnato com’era anche in politica,
nel sociale, a scuola, contribuendo anche nella crescita dell’istituto agrario
“De Gemmis – Traetta” – ha commentato l’assessore Vito Masciale –. Ha insegnato la sua idea di una città a misura d’uomo nuova, attraverso
i servizi pubblici, l’edilizia popolare, la rivalutazione del centro storico,
il coordinamento delle forze dell’ordine, le politiche sociali ed occupazionali
a sostegno dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Non amava palchi,
slogan o discorsi in politichese, preferiva il dialogo e l’ascolto, per una
politica della trasparenza e dell’entusiasmo».
Spazio poi
all’intervento sentito di don Ciccio
Savino.
«Angelo
era l’antiretorica, cogliamo le sue grandi lezioni di vita, appassionate ed
appassionanti. Io ed Angelo siamo figli delle cultura del ‘68 che ci ha fatto
declinare l’utopia, ci ha fatto condividere i sogni, ci ha educato a sognare
insieme e non rinunciare mai alla passione. Noi siamo figli dell’eros, siamo
figli di un rapporto con la vita vissuto con le viscere».
Il rettore del
Santuario dei Santi Medici poi si rivolge ai ragazzi. «Non fatevi fregare dai social network, dove c’è un imbarbarimento ed
impoverimento delle parole. Tornate a leggere, come faceva Angelo, oggi tutto è
fluido, Angelo era una persona dai pensieri lunghi, era un contemplativo, un
mistico che provava a tradurre in prassi i comportamenti, gli stili di vita in
cittadinanza attiva».
Tante le iniziative
organizzate per continuare a fare memoria del prof. Arcangelo Morea.
La prima, proposta
da don Ciccio Savino, è quella di raccogliere tutti gli scritto del prof. Morea
per tramutarli in una pubblicazione a tutti gli effetti. La seconda è stata
organizzata dai docenti dell’istituto: un conto aperto a “Save the Children” per favorire una raccolta fondi finalizzata
alla costruzione di una scuola in una regione molto povera dell’Etiopia, il
Tigrai.
La terza iniziativa,
invece, è stata annunciata dalla famiglia: l’introduzione di una borsa di studio annuale per studenti
meritevoli. Ad annunciarlo la vedova Rossella.
«Facciamo
vivere questo auditorium, come luogo dove poter ospitare eventi culturali,
presentare libri. Lui non si poteva accontentare, questa sua inquietudine e
curiosità, lo hanno portato a sperimentare qualcosa di nuovo sempre. Questo ci
deve far credere meno incomprensibile la sua morte. Abbiamo condiviso da sempre
la passione per i giovani, nell’investire nel futuro. Sento il desiderio di
continuare con delle azioni concrete, dando un’occasione annuale, istituendo
una borsa di studio a nome di Angelo che sarà consegnata al termine dell’anno
scolastico per uno studente che si è distinto nell’impegno scolastico e che
necessita magari di un aiuto. Questo è un piccolo segno, ma se ci aiuterete
potremo portare avanti un progetto che con lui abbiamo ed avete condiviso».