Rassegnazione. Amarezza. Scetticismo.
Non penso serpeggiassero altri stati d’animo tra i cittadini che gremivano gli spalti della sala consiliare di Palazzo Gentile, ieri sera.
E non poteva essere altrimenti, dal momento che la tavola rotonda riguardava la sanità a Bitonto.
Interessante iniziativa, lodevoli le posizioni dei nostri politici che stanno provando a portare a casa il minimo risultato col massimo sforzo, persino il direttore sanitario è sembrato accettabile nelle proposte fatte al pubblico.
Però, forse, quel che fa male è soprattutto il non detto.
Decenni di malissima gestione e di promesse fatte e mai mantenute. E addolora l’assordante silenzio di tutti coloro che hanno avuto nel tempo precise responsabilità nella morte del nostro ospedale e che mai hanno dato una risposta una ai cittadini.
Vorrei pure sapere cosa ne pensa al riguardo una certa classe intellettuale che, sfoderando papille gustative in 3d, crede che egoisticamente si lamenti solo chi viene toccato da un guaio.
Avrei voluto relatori più incazzati sull’argomento, come sono state soltanto Rosalba Cassano e Marilena Ciocia.
Purtroppo, solo chi è anziano o malato sa davvero che significa non avere un punto di riferimento per la propria salute quando ci sono problemi seri.
Per questo non ci fidiamo più degli oratori di circostanza. Troppo martirio ha subito la nostra struttura ospedaliera.
E chissà quanti bitontini sono morti (no, non è una iperbole, questa, è la dura, triste, malinconica realtà) per colpa di un servizio – fondamentale, previsto persino dalla Costituzione – che non esiste più.