Un ripetitore installato a loro insaputa ha provocato la rabbia dei residenti in via Pannone, via che costeggia i binari delle Ferrovie del Nord Barese qui in città.
È proprio in quel largo che ieri mattina si sono piazzati operai con materiali, camion e attrezzature per
montare un nuovo ripetitore Tim.
Naturale è stata la rivolta di quanti abitano quella
zona che, preoccupati delle radiazioni che si diffonderanno in maggior numero,
sono scesi in strada per gridare il loro “no”.
Il “sì” al piano di posizionamento antenne, invece, è giunto da Palazzo Gentile nel lontano 2010, quando a dirigere i Lavori
Pubblici c’era l’ing. Gaetano Ideale Remine: «Concordo
con il loro disagio – ci ha risposto il sindaco Michele Abbaticchio – perché,
anche se i tecnici hanno sempre assicurato che non ci è alcun percolo per la
salute, ma è addirittura più nociva la vicinanza ad un cellulare, comprendo il
disturbo anche visivo dell’attrezzatura».
Non ci sono state nel mandato Abbaticchio approvazioni
di tali richieste in merito, ma solo adempimenti obbligatori dopo precedenti
approvazioni da parte degli uffici: «Immagino
l’abbiano autorizzato – continua il primo cittadino – pensando che si trattasse di zona artigianale, quindi come scelta
politica, meno avvilente rispetto ad un’area residenziale».
E conclude: «ovviamente
non concordo».
Ma la legge cosa dice? Le attuali normative (decreto
del Ministero dell’Ambiente del 10 settembre 1998, n. 381) non
prevedono distanze minime tra le abitazioni (o altri edifici) e le istallazioni
della telefonia cellulare, ma soltanto limiti per l’intensità del campo
magnetico, fissando i valori limite di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici, connessi al funzionamento ed all’esercizio dei sistemi fissi delle telecomunicazioni e radiotelevisivi operanti, nell’intervallo di frequenza compresa fra 100 kHz e 300 GHz.
I cittadini sperano che, oltre al dissenso comunale, giunga
anche una verifica affinché ci sia serenità, non tanto visiva, quanto per la salute
di tutti.