“Se n’è accorta prima la Francia, ma non è mai troppo tardi. Far proprie le buone pratiche non è mai stato un reato, bensì un segno di intelligenza”. Così il presidente dell’Ordine degli Psicologi di Puglia Vincenzo Gesualdo commenta la decisione da parte della Francia di finanziare il sostegno psicologico per bambini e adolescenti della fascia di età compresa tra i 3 e i 17 anni che hanno subito i contraccolpi della crisi sanitaria e del lockdown.
Dopo lo stordimento e l’iniziale paura per la pandemia scoppiata a causa del Covid-19, è stato subito chiaro quanto i pochi ma efficaci strumenti per combattere il diffondersi del virus sono deleteri per la nostra psiche. Non abbiamo capito altrettanto in fretta però quanto sarebbe stato pesante l’impatto sui bambini e sugli adolescenti, convinti che il conforto del nucleo familiare potesse essere sufficiente. Le conseguenze del lockdown stanno venendo a galla dopo più di un anno in isolamento forzato.
“I presidi psicologici sono ancora insufficienti sul nostro territorio, occorre estendere e far radicare l’importanza del sostegno psicologico, partendo dalle istituzioni pubbliche” continua Gesualdo, il quale lancia una proposta che potrebbe essere accolta sia dal Governo che dalle singole Regioni, magari ad iniziare proprio dalla nostra Puglia.
“Rivolgo il mio appello al governatore Emiliano, il quale si è mostrato dal principio molto sensibile e attento alla sfera scolastica, ma anche ai colleghi degli Ordini delle altre regioni, oltre che al presidente dell’Ordine nazionale, il dottor Lazzari che da tempo richiedono la possibilità di usare dei voucher per consulenze e psicoterapie”.
Gesualdo prosegue asserendo che “la socialità è importante per tutti, ma pensiamo alle mancanze che può portare la non conoscenza di comportamenti e sentimenti basilari per la formazione dell’essere umano. I bambini stanno crescendo senza conoscere affatto, o dimenticando, cosa significhi stare tra i banchi di scuola, giocare con gli amichetti, abbracciarsi e correre. Allo stesso modo l’impatto sui ragazzi che di queste attività sono stati privati può essere devastante, gli adolescenti vivono le proprie emozioni in maniera molto profonda, non tutti reagiscono allo stesso modo e sappiamo che alcuni si sono chiusi in se stessi, mentre altri violano palesemente norme e restrizioni sino ad attuare comportamenti autolesionistici. Sono convinto che perfino i più ribelli sentano il bisogno di essere confortati, il confronto con un professionista diventa fondamentale”.
Gesualdo conclude il suo appello con una preghiera alle istituzioni: “Per tutelare i nostri ragazzi e fare in modo che le donne e gli uomini di domani non portino nell’anima un’impronta completamente negativa da questa esperienza, bisogna dare importanza al loro benessere psicologico e bisogna iniziare al più presto, cominciando dai più fragili, a fornire quell’assistenza di cui hanno bisogno”.