C’è
qualcosa che non va.
Ci
sono troppi aspetti riguardanti l’amministrazione Abbaticcchio che non
convincono il coordinatore cittadino del
Movimento La Puglia per Vendola, Domenico Masciale.
Capitolo
malavita. Nei giorni scorsi, una inchiesta di Repubblica.it ha annoverato il
nostro primo cittadino fra i sindaci “sotto tiro”.
“Ci sembra l’ennesima puntata
dell’amplificata storia della criminalità bitontina. Ci pare un artificio per
avere visibilità a livello nazionale, è vero che ci sono stati gravi atti intimidatori,
e noi esprimiamo piena solidarietà ad Abbatichio, ma valutando gli eventi di
tutti i giorni, tra scippi, rapine e sequestri, siamo noi cittadini ad essere “sotto
tiro”. Tutto questo, forse, porta alla ribalta a carattere nazionale la sua
figura, ma non fa nulla per risolvere il problema. A Bitonto, detto anche dal
Commissario Oliva, non esiste la mafia, ma solo una ventina di persone e le
loro famiglie che andrebbero affrontate diversamente, vanno arginate con misure
di sicurezza e videosorveglianza”, commenta il rappresentante del partito
vendoliano.
Capitolo
urbanistica e territorio. “In questo
settore, il sindaco ha assicurato rigidità e attenzione ai lavori, parlando
anche di cambi conseguenti. Prima, dunque, c’erano problemi seri, possiamo
sapere quali erano, noi cittadini?”, osserva il coordinatore di Mlpv.
Che approfondisce la questione 167: “Vogliamo
sapere perché si accusa di illegalità un consorzio? Vogliamo sapere i motivi
reali della esclusione dal bando. Se ci sono state delle irregolarità, ce se ne
parli, che venga allo scoperto, è inutile dire e non dire. Il consorzio chiede
da tempo una risposta politica. La 167 deve partire sì o no? Il consorzio
accresce il potere contrattuale del singolo, non si può mandare in fumo anni e
anni di sacrifici anche economici di famiglie che rischiano di trovarsi con un
pugno di mosche in mano”.
“Abbaticchio è il vicepresidente nazionale di
Avviso Pubblico e ad ogni piè sospinto si rifà alla Carta di Pisa, eppure l’accumulo
di cariche, la poltrona di sindaco e la presidenza della Conca barese, che sarà
pure gratuita, ma dà grande visibilità politica, alcune assunzioni per intuitu
personae – che sì, sono legittime, però proprio la Carta suddetta consiglia di
limitarle –, gli affidamenti diretti, le pressioni sulla stampa, la poca
trasparenza degli atti, il piano anticorruzione non ancora approvato, la lista
dei beni confiscati non ancora pubblicata sull’albo pretorio ci dicono che Palazzo
Gentile non è propriamente di vetro. Altro che “buona politica””, fa notare
Masciale.
Sarcastica
la conclusione: “Non vorremmo che fosse
tutta una operazione di facciata, il che farebbe di questa amministrazione solo
una piccola grande bellezza”.