Ieri pomeriggio, a Palazzo di Città, è andato in scena il grido di dolore e di grande preoccupazione di una intera categoria. Di un intero settore produttivo. Di una ricchezza della nostra terra che, se non curata, rischio di non esserlo più.
Quello degli agricoltori, su cui da tempo – ma negli ultimi anni ancora di più – si è abbattuta una maledizione, che somiglia a una punizione. A cui però chi deve rispondere non lo fa, magari anche volutamente, perdendosi in tempo e in chiacchiere.
E così, al Consiglio comunale convocato per discutere di gelate 2018 e Xylella fastidiosa, i presenti hanno ribadito che, innanzitutto, pretendono due cose. Dignità e rispetto. Oltre a misure urgenti, serie e concrete per rimettere in piedi un’economia, quella agricola, in ginocchio.
E anche altre cose abbastanza gravi, che per anni qualcuno ha fatto finta di non vedere e conoscere. La Xylella, nel tacco d’Italia, non nasce ieri ma da almeno sei anni, se non dieci. Ha fatto terra bruciata già in tre province, e adesso è a 50 km da Bitonto. Le misure che dovevano essere prese – in primis quelle di contenimento – sono arrivate in ritardo, anche a causa di soloni e santoni che negavano (negano), elevata disinformazione, l’esistenza e istituzioni ferme e passive. Non si può debellare come malattia, ma soltanto rallentare la sua irrefrenabile corsa. Attraverso un trattamento fatto per tempo sia al terreno e poi con i fitofarmaci, senza abusarne però.
E non importa se il terreno è incolto o è gestito, perché il parassita arriva in egual misura.
La gelata di un anno fa, invece, ha fatto del 2018 un annus horribilis per l’intera raccolta olearia, mai cosi bassa da decenni. Con un milione di giornate di lavoro perdute. E non bastano gli sgravi fiscali previsti dalle leggi attualmente vigenti.
Per fortuna, però, grazie a studi e ricerca, qualche piccolo passo si inizia a vedere. “La Xylella – è stato il pensiero di Pierfederico La Notte, ricercatore del Cnr – è il peggior organismo alieno che poteva arrivarci. Paghiamo una debolezza del settore agricolo e incapace di tutelarsi difronte al mercato aperto rispetto agli altri Paesi, a cui si è aggiunta una mancata una informazione seria a livello istituzionale, e l’aver messo in discussione la scienza, con alcuni miei colleghi ancora indagati. Oggi, per fortuna, si vede una piccola presa di consapevolezza, anche perché da questo cataclisma o ci salviamo tutti insieme o non si salva nessuno. Una cura oggi non c’è e non è facile trovarla, ma la ricerca sta facendo tutto quello che può”.
Ecco, poi, a ruota, gli interventi di consiglieri comunali, regionali, e rappresentanti di categoria. Tutti insieme per ribadire che è drammatico che si sia arrivati a una situazione di non ritorno, e che si deve fare disperatamente qualcosa. Anche perché la crisi del settore agricolo riguarda tutto, ma proprio tutto, l’intero quadro produttivo cittadino, nazionale e internazionale.
L’assemblea consiliare, dal canto suo, ha dato il via libera unanime a due documenti.
Nel primo, quello sulle gelate, l’amministrazione comunale bitontina invita il Governo e la Regione Puglia, tra le altre cose, a mettere a disposizione risorse e ad adottare misure straordinarie per gli olivicoltori, per i frantoiani privati e in forma cooperativa; a prevedere ammortizzatori sociali per i lavoratori del settore, al fine di arginare la crisi occupazionale dilagante causata dalla perdita di un milione di giornate lavorative; a trovare soluzioni compensative per l’intero indotto che gravita attorno alla produzione e lavorazione delle olive pugliesi di straordinaria qualità e il cui olio extravergine è noto in tutto il mondo; a disporre lo stop immediato alle scadenze di mutui, prestiti, finanziamenti e cambiali agrarie per le imprese agricole.
Nel secondo, sulla Xylella, quello che devono fare è, con provvedimenti straordinari e misure efficaci, mettere in atto un sistema che blocchi l’avanzamento verso nord della fitopatia dovuta a Xylella fastidiosa; individuare risorse finanziarie sufficienti da destinare oltre alle attività di cui al punto precedente anche per aiutare gli agricoltori e i vivaisti danneggiati dalla fitopatia. E che queste misure, provvedimenti e le attività atte a bloccare l’avanzamento della fitopatia siano pienamente operativi prima dello sviluppo dei vettori nella nuova annata.
“Non dimentichiamo Rosanna Devanna”. L’assise si è aperta con il ricordo di Rosaria Devanna, scomparsa qualche giorno fa. E Giuseppe Maiorano (“Italia in comune”) ha chiesto che venga o realizzato un concorso in suo onore, o le venga intitolata una strada, una piazza o un immobile di proprietà comunale.
L’emiciclo, poi, l’ha ricordata con un minuto di silenzio.