Santi e Medici, religione e scienza, filosofia e mistica. Santità e umanità ad un tempo. C’è un episodio emblematico della vita dei Santi Medici, in cui uno dei due santi, Damiano, appare nell’atto di accettare delle uova da una contadina, come ricompensa elargita per la miracolosa guarigione ottenuta, non senza suscitare però la reazione di Cosma, deluso e mortificato per esser venuti meno al proposito di non ricevere alcun compenso. In quest’immagine è, in fondo, il senso e la pregnanza di tutta l’iconografia dei Santi Medici, gemelli anargiri, che curavano gratis, primi due di cinque fratelli di una famiglia benestante, nati nel 260 d.C. a Egea, città della Cilicia nella regione sud-orientale dell’Anatolia (Turchia), centro importante per la presenza di un’antica Scuola Medica. Si è parlato di questo ed altro, due sere fa a Bitonto, presso la Sala degli Specchi di Palazzo Gentile, durante la presentazione dell’ultimo volume dello storico Damiano Pasculli, “I Santi Cosma e Damiano nella storia”, uscito in questi giorni per i tipi della Pegasus Edizioni. All’incontro, moderato dall’Avv. Romina Centrone, hanno preso parte diversi ospiti che, a vario titolo, hanno offerto il loro contributo al tema del culto dei SS. Medici, tra iconografia e storia dell’arte.
Dopo il saluto di prammatica istituzionale del sindaco Michele Abbaticchio, che ha ricordato le immagini e i disegni presenti nel santuario, quale vivido ricordo della sua infanzia, e ha sottolineato il riflesso “sociale” della devozione dei Santi Medici a Bitonto, Don Vito Picinonna, parroco e rettore della Basilica Santuario dei SS. Medici Cosma e Damiano di Bitonto, ha incentrato la sua relazione sull’agiografia quale «genere letterario apparentemente riduttivo ma, poiché scienza critica ausiliaria della storia, capace di dare contezza della vita e delle testimonianze sui santi, e in tal senso illuminare la stessa Teologia e le Scienze Umanistiche».
Don Vito ha ribadito l’attualità della figura dei Santi Medici, messaggeri di pace provenienti dalla Siria, alla luce dell’odierna contingenza storica mondiale; ha espresso un particolare apprezzamento all’autore per la costante attenzione mostrata nei confronti della città di Bitonto; e ha ricordato il monito che l’ultima Esortazione apostolica di Papa Francesco, Gaudete et Exultate, lancia contro i pericoli dello gnosticismo e del pelagianesimo.
Il Prof. Stefano Milillo, presidente del Centro Ricerche di Storia e Arte di Bitonto, legato all’autore da «antica amicizia consolidata dal comune interesse scientifico», ha ricordato le prime ricerche di Pasculli, partite da Mariotto e le sue pubblicazioni (“Mariotto. Toponomastica”, “Mariotto, territorio e società”, “Mater Dolorosa. Mariotto, storia di una chiesa e di una comunità”), «lavori puntigliosi su fonti e documenti, come pure l’ultimo sulla storia dei Santi Medici, la cui idea di partenza è stata inizialmente condivisa col Centro Ricerche per poi tradursi autonomamente nel testo definitivo».
La Prof.ssa Mimma Pasculli Ferrara, docente di Storia dell’Arte Moderna all’Università di Bari, ha dato un’esaustiva spiegazione del culto diffuso dei Santi Medici attraverso l’utilizzo certosino dell’iconografia, fatto da Pasculli. La lunga carrellata di immagini sui Santi Medici inserite nel libro di Pasculli, e sparse in diverse chiese e luoghi di culto, in particolare a Roma e in Puglia, ha proposto slides di lavori artisticamente notevoli, presenti sia nella Basilica dei Santi Cosma e Damiano in Via dei Fori Imperiali a Roma,voluta da Papa Felice IV intorno al 530 d.C., sia in Santa Maria Maggiore a Roma, nell’oratorio fatto erigere in onore di Cosma e Damiano da Papa Simmaco, con lavori e interventi risalenti al periodo 514-536 d.C.
La prof.ssa Pasculli Ferrara non ha infine mancato di ricordare due figure decisive nella stesura dell’opera di Pasculli, quella di don Lino Temperini, parroco e studioso dei Santi Medici nella detta Basilica romana, e quella di don Gaetano Valente, sacerdote e storico terlizzese, che Damiano Pasculli ricorda a suggello del suo libro, allorquando, in occasione della presentazione del testo sull’Addolorata a Mariotto, il parroco terlizzese parlò di “promozione della cultura come costante della vita della Chiesa…”.
La serata si è conclusa con l’invito dell’autore del libro a “rivedere” certe datazioni del culto dei Santi Medici, sulla scorta di alcune suggestioni di ricerca, circoscrivibili in alcuni resti di luoghi di culto presenti nell’agro tra Terlizzi e Mariotto, che proprio don Gaetano Valente gli ha lasciato, in quanto studioso, per così dire, in eredità…