I
saldi sono appena iniziati (ufficialmente sono partiti il 3 gennaio,
ma in realtà molti negozi già li applicavano durante le vacanze
natalizie) e i commercianti già gongolano. A Bari, per esempio,
rigorosamente nel quartiere murattiano, la gente sembra fregarsene
della crisi e sembra aver soldi da spendere per l’abbigliamento,
spinta anche da un maggior senso di fiducia dovuta a una
intensificazione dei controlli e da prezzi – sconti che vanno dal
30 al 70 per cento – da capogiro.
Ad
usufruire di questa occasione c’è anche una famiglia
bitontina, madre, padre e due figlie. Lui è Francesco, professione
operaio; lei è Maria Antonietta, finalmente operatrice sanitaria
dopo tanti anni passati a badare alla famiglia e alla casa; loro sono
Valeria e Monica.
Li
vedi sabato mattina che gironzolano tra i negozi di via Sparano, per
acquistare in modo oculato, «non più di 80 euro», raccontano
al collega Francesco Petruzzelli di Repubblica.
Già,
gli 80 euro. I famosi 80 euro concessi da Renzi che questa famiglia
utilizza per i saldi. E risparmiati “grazie” alle rinunce del
primo giorno dell’anno. «Noi abbiamo annullato il pranzo di
Capodanno – spiegano Francesco e Maria Antonietta – restando
a casa e con i soldi risparmiati abbiamo deciso di fare
acquisti per le nostre figlie».
«Bisogna
stare sempre in trincea – dicono ancora i genitori a Repubblica
– perché quando ci sono le donne è facile lasciarsi andare, ma
bisogna acquistare soltanto l’indispensabile e i saldi sono una buona
occasione per farlo».
Detto
fatto, perché Valeria porta a casa due paia di scarpe, Monica si
deve accontentare di una felpa e di un jeans, mentre Maria Antonietta
decide di comprare una maglietta di 30 euro.
Un
piccolo sfizio necessario anche sforando gli 80 euro.