“Oltre i buoni
propositi e il potere politico, credo sia utile spiegare a tutti gli operatori
culturali perché gli Uffici pubblici non liquidano le attività svolte nel nostro
Comune”.
Questo il grido di rabbia di alcuni operatori di settore che
continuano: «Nonostante le iscrizioni al Mercato Elettronico, le fatture
elettroniche, la legge dei 60 giorni, le rendicontazioni, le abilitazioni
(sempre a carico di chi lavora), succede sempre più raramente di essere pagati
per tempo».
La risposta della politica è stata che «i soldi ci sono, sono stati previsti: ora tocca agli uffici».
Ma il monito finale di chi si è adoperato per le attività
cittadine è: «Istituiamo una conferenza,
avviamo un rapporto concreto con gli Uffici e cerchiamo di capire tutti
insieme, nomi cognomi e corpi, il perché
di questo trattamento indegno».