Us Bitonto, ma anche Polisportiva Five e tanti altri.
In questi anni, lo sport bitontino è stato sempre sostenuto dalla Marbel S.p.A., azienda di produzione e distribuzione di abbigliamento per bambini, con sede nella zona artigianale della nostra città.
Il suo fondatore ha creduto e crede tuttora nel valore dello sport e a quanto possa contribuire alla crescita dell’intera Bitonto. Ma le sue idee, purtroppo, si scontrano con le azioni dell’amministrazione.
Giuseppe Cariello, per tutti Pino, è infatti intervenuto ieri nella querelle sullo stadio “Città degli Ulivi”.
“Non sono solito commentare, ma questa volta non riesco a stare zitto. Mi sembra che si vogliano mettere delle toppe per coprire le tante mancanze da parte dell’amministrazione” ha scritto su facebook.
“Da sponsor e tifoso non è accettabile che in 10 anni di amministrazione, ci si renda conto solo ora di come sono messe le strutture sportive della nostra città. Dieci anni in cui 10 anni dove imprenditori, come Francesco Rossiello e Silvano Intini in primis, e io in parte minore come sponsor, hanno investito e stanno investendo per il bene e la visibilità della nostra città”.
“In questi anni, cosa si è fatto per lo sport?” è la domanda amareggiata di Cariello.
“Abbiamo una squadra di calcio a 5 che il prossimo anno giocherà probabilmente nella massima serie, evento mai accaduto in nessuno sport bitontino -ricorda -. Ebbene dove giocherà e dove accoglieremo squadre come Roma, Milano, Firenze ecc.? Che immagine daremo di Bitonto?”.
L’appello è quindi a fermare le chiacchiere e ad agire concretamente, anche per rispetto di chi investe e indurlo a non mollare.
D’altronde non sono poche le situazioni che scoraggiano gli imprenditori locali.
Giuseppe Cariello non ha potuto infatti denunciare lo stato pietoso in cui versa la zona artigianale.
“Dovrebbe essere un biglietto da visita per i miei clienti, ma basta solo farsi un giro per rendersi conto dell’oscenità”.
La zona al di là del sottopasso è infatti lasciata nel degrado da tempo, e non è una novità. Buche, che sembrano più voragini, piante bruttissime e non curate, erba altissima e sporcizia albergano in ogni punto.
Emblema della poca attenzione del Comune nei confronti della zona artigianale è, per Giuseppe Cariello, proprio l’aiuola al di fuori del suo stabilimento.
“Sin dal mio arrivo a Bitonto – ci confessa il numero uno della Marbel -, ho chiesto all’amministrazione di rimetterla a nuovo. Ho presentato anche due progetti, ma dopo tre anni non ho ancora ricevuto risposta. Eppure le spese sarebbero state interamente a mio carico. Il Comune, oltre a garantirmi l’allaccio dell’acqua, non avrebbe dovuto sborsare nulla. È inaccettabile”.
Dura la chiusura di Cariello: “Uscite da questa immobilità e da questa lentezza. Lavorate per un futuro migliore, e non parlo solo di sport. La città deve rivivere. Basta nascondersi dietro paesi che stanno peggio di noi, o il “succede anche in altre città” Cerchiamo di imparare dalle migliori”.