L’ordinanza
è già pronta, e dovrebbe entrare in vigore forse già da oggi.
Dichiara
guerra alle slot machine, alle sale da gioco e al gioco d’azzardo.
Recepisce quel regolamento in materia partorito sì dai consiglieri comunali ma
che non è mai arrivato in aula (da oltre due anni era in gestazione)
non per colpa della politica, ma degli Uffici particolarmente
intasati.
Ma
soprattutto arriva quasi in contemporanea con l’apertura – il 1
dicembre – di un Centro d’ascolto rivolto proprio alle vittime della ludopatia (http://www.dabitonto.com/cronaca/r/fondazione-antiusura-san-nicola-e-ss-medici-centro-d-ascolto-per-vittime-d-usura-e-gioco-d-azzardo/7685.htm).
Le
misure, anticipate dalla Gazzetta
del Mezzogiorno di
ieri ma annunciate dal sindaco qualche giorno fa, riguardano da un
lato l’orario di attività (accadrà che bar, tabaccai, agenzie di
scommesse, sale bingo e esercizi simili saranno aperti dalle 10 alle
22) e dall’altro l’obbligo di comunicare allo Sportello unico delle
attività produttive (Spun) l’orario di esercizio praticato.
Per
chi non rispetterà le nuove regole, previste multe anche fino a 450
euro.
L’ordinanza– sottolinea sempre il quotidiano diretto da Giuseppe De Tomaso –almeno per il momento dovrebbe riguardare soltanto le slot machine,
le macchine mangia-soldi, i videopoker e tutti gli apparecchi che
prevedono vincita in denaro. E ribadisce che «tali
apparecchiature da gioco sono da considerarsi strumenti di grave
pericolo per la salute e il benessere socio-economico della
popolazione locale».
L’atto sindacale (che non va a toccare, quindi, i gratta e vinci e le scommesse sportive
per lo più calcistiche ma più sportive in generale) – fa sapere il
primo cittadino – nasce dalla necessità di voler regolare gli
apparecchi con vincita in denaro, ma in realtà vorrebbe essere
soltanto un primo passo per combattere in modo più approfondito il
problema del gioco d’azzardo.
Da
Palazzo Gentile, infatti, starebbero studiando una nuova collocazione
delle sale sul territorio per combattere un fenomeno che
l’Organizzazione mondiale della sanità ha definito “malattia
sociale”.
E
lo è, a quanto pare, anche nella città dell’olio.
Secondo,
infatti, un recente studio dell’Associazione
italiana consumatori e operatori del gioco (Acogi) condotto su 230
studenti delle scuole superiori, a Bitonto gioca d’azzardo circa la
metà degli studenti e il 20 per cento delle studentesse fra i 13 e
16 anni. L’89 per cento degli intervistati ha dichiarato di puntare
fino a 10 euro a giocata, mentre un significativo 7 per cento ha
ammesso di spendere oltre 30 euro a giocata. Denaro reperito da
genitori, parenti e amici. L’88 per cento degli studenti che
scommette ha un rendimento scolastico non eccellente o scarso, e il
23 per cento dichiara di considerare il gioco d’azzardo una fonte
di reddito.