Fate conto che al posto di
questa vetrina ci sia il cuore della nostra città.
Il nostro cuore.
Colpito in
pieno.
Dalle solite mani dei soliti ignoti, i soliti idioti, quei fanciulli che
non sanno cosa fanno, che quando hanno tra le mani un ferro non ci pensano su
due volte prima di farlo cantare.
Perché pure le questioni minime – qui, anche
soltanto uno sguardo torvo incrociato ad una precedenza non rispettata ti può
essere fatale, non solo un quartiere da controllare per gestire lo spaccio di
stupefacenti – ormai si risolvono in questa maniera crudele e stolta.
Così,
grandinano proiettili in un’ora di punta, nel fitto passeggio di una città che
si vorrebbe ravvivare con mille iniziative e, invece, rischia di morire.
Famiglie,
giovani, anziani, padri, madri, bambini: potevano essere tutti bersagli
involontari di quest’assurda follia.
Per questo, credo, ahimè, che non ci sia immagine più
simbolica di questa, che vedete a corredo del pezzo.
Perché voi, ragazzi troppo
tristemente malvissuti, non sapete quante cose avete mandato in frantumi con
quello sparo, cieco ed efferato.
L’emblema della continuità di una storia di
questa città.
Lì, infatti, un tempo vi era un laboratorio di fotografia molto ben
accorsato, almeno finché il titolare ha avuto la forza (e l’anagrafe) di tirare
avanti.
Frattanto, si facevano strada i figli.
E quanta ne hanno percorsa. Il più
grande è oggi architetto coraggioso e preparato.
L’altro, più giovane, è andato
a farsi le ossa nella capitale sabauda, mille chilometri tra il nostro sole e i loro portici che nascondono il cielo. Ha studiato e lavorato sodo da ottico, in un
esercizio del corso principale di Torino.
Poi, ha deciso di mettere a frutto l’esperienza
maturata lassù per dare una nuova veste alla bottega che fino a ieri era del
papà.
Voglia di lasciare un segno positivo nella storia di questa città, di
mettersi al servizio di essa.
Rispetto, onestà, sudore, lavoro, sacrificio, passione, civiltà.
Le avete mai udite queste parole, giovani armati e protervi?
Anche questa storia, soprattutto questa racconta l’amore vero per Bitonto, tutto il contrario di quel che avete fatto ieri voi, (tutt’altro che) cari ragazzi che, brandendo una pistola, vi
sentivate onnipotenti.
E, invece, per quanto voi possiate arricchirvi a dismisura con spaccio e attività simili, resterete per sempre poveri. Miseri. Miserabili.
Perché avete una pietra irrimediabilmente nera al posto del cuore.