Due anni fa, il 3 ottobre 2013, nel Mediterraneo avveniva
una delle più immani strage di migranti: a largo dell’isola di Lampedusa, a poche miglia dal porto, si
verificò il naufragio
di una imbarcazione libica, provocando la morte di 366 migranti accertati, quasi tutti di origine africana, e circa 20
dispersi presunti. I superstiti salvati furono 155, di cui 41 minori.
Numeri drammatici, che pongono quella strage di
Lampedusa come una delle più gravi catastrofi marittime nel Mediterraneo dall’inizio
del XXI secolo.
Ieri mattina, il centro di seconda accoglienza SPRAR,
gestito dalla Cooperativa Sociale
Auxilium, si è raccolto in un breve momento di preghiera per commemorare tutte le vittime dei viaggi migratori nel
mar Mediterraneo, ed in particolare le vittime di quella drammatica strage, a
due anni di distanza, celebrando così la Giornata
della Memoria e dell’Accoglienza.
Gli
operatori dell’Auxilium e gli ospiti che usufruiscono del Sistema di Protezione
per Richiedenti Asilo e Rifugiati si sono riuniti attorno a don Gianni, parroco della Chiesa di San
Francesco, nella sede della cooperativa e dello sportello Integra, in Piazza
Aldo Moro.
Durante il breve
momento di preghiera e riflessioni, sono stati letti alcuni passi della Bibbia
sia in italiano che in arabo. Ed in particolare, un passaggio del capitolo 9
della Sapienza, ove si chiede e si invoca l’intelligenza di Dio e la capacità
della conoscenza nel nostro cuore, ed un estratto dalla Lettera del Profeta
Isaia sull’importanza del digiuno per vivere secondo la volontà di Dio.
Al termine, c’è
stata la benedizione dei presenti e degli ambienti con l’acqua «che è vita così come è vita l’amore di Dio»,
come sottolineato da don Gianni.