Partiamo dai dati. Fonti ufficiali del Comune che abbiamo consultato, contano 14 morti covid dal 1 al 6 aprile e 65 decessi da coronavirus da novembre a marzo.
Il dato che preoccupa è proprio di questo inizio mese, che fa registrare la media di quasi 3 morti al giorno a causa di questo maledetto virus, ma tra notifiche e burocrazie, potrebbero essere anche di più secondo le agenzie funebri sentite al telefono.
Da inizio aprile stiamo assistendo ad un bollettino di guerra che non lascia scampo a nessuno: non sono solo gli anziani a volar via anzitempo; stavolta il virus sta colpendo tutti anche chi di “comorbilità” e di problemi di salute non aveva mai sentito parlare.
Ci troviamo così ad asciugare virtualmente le lacrime alle famiglie bitontine devastate e a fare la conta dei manifesti online, dei post di commemorazione e delle preghiere sulle bacheche degli amici che stanno ancora lottando.
Forse sarebbe il caso di prendere qualche decisione drastica, così com’è stato fatto ad Alberobello, e provare a rendere realmente rossa questa zona che di rosso, ormai, non ha nemmeno più i contorni. E non a Bitonto, ovunque. Perché la gente è stanca e pensa di poter vivere serenamente con mascherine e gel, ma abbassando la guardia con i parenti, durante i pranzi e le festività.
È proprio lì che il contagio corre dietro l’angolo. Infatti, i dati forniti dal nostro primo cittadino parlano di ben 627 casi di contagio (numero aggiornato al 5 aprile). A questo ci aggiungiamo i dati (22-28/03) della Asl di Bari che ci hanno messo appena dietro Bari, Altamura e Gravina (sui 41 comuni dell’Area Metropolitana) con 224 nuovi casi in una sola settimana, con un tasso di positività ogni 100 mila abitanti di 426,3. Sì, in calo rispetto alla settimana precedente (8-14/03) ma di appena 15 unità.
Facciamo qualche raffronto anche con altre città più o meno vicine: Bitonto con 52 437 abitanti circa ha 627 casi positivi (1 positivo ogni 84 persone); Molfetta con 57 887 ha 192 casi positivi (1 ogni 294); Trani con 55 286 ha 244 positivi (1 ogni 224). E l’elenco potrebbe essere ancora molto lungo.
Ma c’è chi sta messo MOLTO meglio di noi. Considerando che i positivi, e lo sappiamo tutti, non considerano tante persone in isolamento, in attesa di tampone o eventuali allineamenti di tamponi effettuati in strutture private. E ne abbiamo avuto, nostro malgrado, dimostrazione per il caso di Palombaio dove, all’allarme dei cittadini, nessuno ha voluto credere: i palmaristi avevano ragione e in qualche giorno sono stati quasi 80 (in una frazione di 2 mila abitanti) i casi confermati. Caso analogo è successo anche a Triggianello, frazione di Conversano, dove ci furono quasi 100 positivi (tra bambini e adulti), ovvero un quarto della popolazione della frazione. Il sindaco, Guseppe Lovascio, blindò l’intera frazione.
Insomma, i nostri numeri, dati alla mano sono preoccupanti. E ciascuno di noi deve fare la propria parte: a cominciare dai cittadini che, probabilmente, non si sono resi conto della velocità di trasmissione della cosiddetta variante inglese del virus (presente ormai al 93% in tutta la nostra Regione), che colpisce qualsiasi fascia d’età e non fa sconti a nessuno; le forze dell’ordine con controlli più stringenti; e sì, anche la politica dal sindaco, all’amministrazione tutta, dal consiglio comunale, fino alle sfere più alte cioè assessore regionale alla Sanità e il governatore.
Non vogliamo assolutamente puntare il dito contro nessuno, ma chiediamo (anche a noi stessi) un atto di responsabilità per salvare quante più vite possibili da questa catastrofe che sembra non avere fine.
Occorrono forse misure più drastiche, per non trasformare Bitonto in qualche città lombarda di un anno fa (quando però ancora del virus non si sapeva nulla). Perché purtroppo, i numeri, quello ci dicono.
La Redazione tutta