Dalla Presidente dell’associazione Accademia della Battaglia, che organizza il Corteo Storico, prof.ssa Concetta Tota, riceviamo e pubblichiamo.
“In qualità di responsabile dell’”Accademia della Battaglia”, sono qui a condividere pubblicamente il mio e nostro dispiacere per essere stati, pur senza volerlo ed immaginarlo, pietra di scandalo su una questione così complessa e delicata come quella dei “migranti”.
Siamo in effetti dispiaciuti per quanti si sono sentiti colpiti nella loro sensibilità vedendo sfilare i giovani migranti, per la città, così ingiustamente sovraesposta a livello mediatico e social-mediatico, e soprattutto per gli stessi giovani migranti, ritrovatosi oggetto di una dura disputa filosofico-morale, in alcuni tratti politico-istituzionale, a tratti fomentata da soggetti che forse non hanno a cuore né la sorte dei migranti, né quella della città.
Siamo dispiaciuti anche perché buona parte dei cittadini ed osservatori non ha colto la buona fede della nostra scelta, che non aveva alcun substrato razzista, puntando il dito contro persone che da decenni operano per il bene della città.
Come e perché siamo arrivati a coinvolgere i giovani ospiti del Maria Cristina?
Nonostante ogni anno ci impegniamo a far sì che, sfilato il corteo, con il contributo dell’ASV, la Città “prenda dignità”, e si offra ai cittadini nello splendore che merita, già da tempo l’Associazione ha cercato di contribuire con “propri mezzi” a perfezionare il tutto.
Abbiamo avvertito l’esigenza di lasciare decorose le strade attraversate dal Corteo.
Lo scorso anno dei giovani locali (pochi) si sono prestati a ramazzare lo sporco dietro cavalli e carrozze.
Quest’anno abbiamo cercato in lungo e in largo collaborazioni per svolgere tale servizio, senza,però, avere alcuna risposta!
Si preferisce l’assistenzialismo, il bighellonare e il vagabondare per piazze e strade, a spese della comunità civile ed ecclesiastica, pur di fronte a offerte di denaro, che i “soci” mettono a disposizione, non l’Associazione!
Dunque, ho avuto modo di vedere diversi ragazzi di colore in stato di inedia.
E allora, gli “splendidi ragazzi di colore”, a cui nelle diverse lingue è stato spiegato il compito da assegnare loro, lasciando la facoltà di accettare o rifiutare, hanno prontamente accettato.
Mi ha fatto tenerezza veder brillare i loro occhi e, a conclusione della manifestazione, dopo la foto di gruppo, un brivido mi ha invasa quando mi hanno ringraziata per averli coinvolti in questa manifestazione, abbracciandoci reciprocamente.
Il nostro è stato un tentativo di integrazione reale, e, con sicura convinzione, affermo che per me, per noi, lascia una traccia positiva.
Così come lascia una traccia la discussione che si è scatenata da questo episodio. Che è molto più grande di noi e investe le responsabilità dei cittadini europei, costretti a fare i conti con gli attuali scenari geo-politici e socio-culturali. Sta a noi renderla traccia positiva e non distruttiva…
Mi si permetta, infine, una riflessione su quanto si è scatenato in queste ore e che ha poco a che fare con il fatto in sé.
Bando al pietismo, alla commiserazione, alla compassione solo di parole, al “buonismo” di circostanza.
Occorrono atti concreti!
Agli indignati chiedo:
Cosa fanno alcuni bitontini, quando questi ragazzi, ormai cittadini italiani e nostri concittadini, fuori dagli esercizi commerciali, salutano “mamma”?
Per fortuna non tutti…ma molti degli “indignati” passano indifferenti oppure offendono la dignità di questi giovani vantando le loro ragioni e/o diritti.
Abbiamo dimenticato quanti nostri giovani e non solo, con tanto di titolo, conseguito con grande impegno e grossi sacrifici, vanno all’estero dove non esercitano la professione di ingegnere, medico … per cui sono titolati, e, fuori patria, si inducono a fare i lavapiatti, i camerieri, i posteggiatori abusivi.. con conseguente tanto di rischio, pur di sopravvivere?
E voglio ricordare che i nostri avi, nella prima ondata di emigrazione in America, e poi a seguire, hanno lavato le “latrine”, a mani nude, e nessuno ha fatto alzata di scudi!
Loro hanno accettato, pur di mantenere la #famiglia, che hanno lasciato in #patria con una stretta al cuore, allora, come oggi questi giovani!
Ecco! Strumentalizzazione gratuita!
C’è chi “si indigna per incompetenza e ignoranza!
C’è chi lo fa per invidia e gelosia!
C’è che si atteggia a tuttologo e pensa di dettar leggi!
C’è chi strumentalizza e chiede la testa di qualcuno, come ohimé! è d’uso nella politica italiana, dove chi arriva pensa di aver acquisito a vita il titolo di professionista del settore!
Non ci sono teste da immolare.
C’è stata un decisione presa in assoluta buona fede, ne siamo ancora convinti, che costituisce un tentativo di reale integrazione nel tessuto cittadino se ci poniamo dalla parte dei #migranti.
Non abbiamo certo, certo, considerato il dato estetico e la percezione che l’inserimento dei giovani di colore avrebbe provocato nella cittadinanza e di questo facciamo ammenda.
Ma, permettetemi di segnalare una vistosa caduta di “stile” da parte di molti, operatori e coloro che si ritengono “benpensanti”, i quali si sono affrettati ad etichettare e inviare vere e proprie invettive senza neanche conoscere le dinamiche che sono a fondamento di alcune scelte.
Tra l’altro, a fronte dei detrattori, si registra la voce unanime e vasta di veri e competenti “benpensanti”!
Abbiamo bisogno “tutti” di comprendere il vero problema; e se vogliamo conoscere di più, come è e sempre è stato mio costume e mia deontologia, sono disponibile ad un confronto verbale pubblico.
Dal 2003, quando sono stata insistentemente “invitata” ad occuparmi del #corteo (e nel tempo questo ha cambiato volto), per esperienza maturata, posso dire che molti sono i bitontini, sempre “affacciati alla finestra”, che, ripetutamente invitati a presentarsi se “sanno fare di più e meglio”, vantano esclusivamente “diritti” e mai doveri, neppure di civiltà spicciola.
Solo un appello: si faccia avanti chi crede di “sapere” e di poter “fare” meglio e di più con le poche risorse umane e economiche che con molta fatica l’Associazione riesce a metter insieme per le varie annuali manifestazioni”.