Integrazione ed
interazione. Per elaborare assieme il documento sul Piano strategico regionale
della cultura.
Giovedì scorso,
presso l’Hotel Parco dei Principi di Bari, il Partito Democratico di Bari ha
organizzato un incontro, dal titolo “Con
la cultura si mangia?”, per discutere assieme a tutti gli operatori del settore
culturale circa la bozza del documento elaborato dalla Commissione Cultura dell’Area
Metropolitana e che traccia le linee guida attorno al Piano strategico del
settore. Numerosi gli addetti intervenuti, che hanno potuto ascoltare la
relazione di Aldo Patruno, direttore del Dipartimento Cultura della Regione
Puglia.
«Non
abbiamo l’ardire di ipotizzare da soli tutto ciò che riguarda il mondo della
cultura, per questo vogliamo ricorrere agli operatori del settore per conoscere
meglio le dinamiche – ha esordito Ubaldo Pagano, segretario provinciale PD –. Poi sarà la Regione e l’assessore al ramo, Loredana Capone, a porre le
esigenze per i prossimi anni. Ma è solo stimolando il dibattito che possono
emergere spunti che contribuiscano ad una crescita della proposta. Si tratta ad
oggi solo di una bozza, che avvia la discussione, è una riflessione iniziale.
Vogliamo provare a scrivere ed arricchire insieme questo puzzle di esperienze».
Ma cosa propone
questa bozza di documento?
L’obiettivo,
infatti, è quello di considerare la Cultura centrale in un Paese civile,
intendere la cultura come economia, non solo spesa dunque ma anche forma di
investimento. Per questo la bozza propone la razionalizzazione della spesa e la
messa in rete delle eccellenze di ogni singolo comune, senza campanilismi; la
creazione, da parte della Città Metropolitana, di distretti della cultura e una
maggior sinergia tra comuni, tra pubblico e privato; la valorizzazione dei
teatri, che vanno ripensati ed aperti al territorio, e delle sale
cinematografiche, anche minori, della provincia; puntare ancor di più sul
marketing territoriale e sulla promozione; valorizzare le strade della storia,
come la via Appia, la via Francigena e i collegamenti verso Matera 2019;
pensare ad un Osservatorio regionale della Cultura e a creare una rete dei
festival per razionalizzare la spesa; puntare il più possibile al turismo.
«Importante
sarebbe il recupero e la costruzione di una identità culturale metropolitana,
partendo dal confronto con gli amministratori locali –
ha spiegato Francesca Pietroforte,
tra i protagonisti del documento –. La cultura
è una leva dello sviluppo economico, il 5.4% del reddito italiano si produce
dall’industria culturale. La Città Metropolitana contiene 5 SAC al suo interno:
bisogna riempirli di contenuti, rappresenta lo strumento che dà la possibilità
ad amministratori locali, soggetti privati, stakeholders di promuovere iniziative
sul territorio. Dobbiamo ripensare anche alla figura del turista, che deve
corrispondere a quella del cittadino: se questi è consapevole del suo
territorio, è come se fosse un turista. Il cittadino deve riscoprire il passato
del suo territorio, per questo abbiamo pensato ad una card per accedere a tutti
i musei dell’area metropolitana. A tal proposito, serve lavorare sui
collegamenti, creare un sistema integrato dialogando con le Amministrazioni
locali. La card deve essere persino più importante per i cittadini che per i
turisti. Tutte queste idee vanno nella direzione della costruzione di una
identità metropolitana, possibile solo se si conoscono e riscoprono i beni
culturali del nostro territorio».
Per Aldo Patruno è indispensabile l’interazione,
il coordinamento delle azioni, anche attraverso l’introduzione di tre
dipartimenti: Economia della cultura, Valorizzazione del territorio, Turismo. E
guarda all’importanza dei soggetti privati.
«Dobbiamo
lavorare sull’interazione dei contenuti culturali –
ha osservato –. Con l’approvazione del
documento da parte della Regione offriamo strumenti adeguati a tutti gli operari.
Le iniziative vanno coordinate dai tre dipartimenti, soprattutto quelle dei
privati, visti come dei partner dai fondi strutturali comunitari. Il partner
privato non è solo finanziario ma anche gestionale, in quanto apporta know-how,
esperienza, curriculum, imprenditorialità. Serve dunque sostenere il partneriato
pubblico – privato, serve avere un interlocutore comunale preparato, serve
assistenza tecnica per supportare i comuni nei progetti. La Regione deve
incontrare i sindaci, sul territorio. Questa è l’idea di integrazione».
«Dobbiamo
creare una nuova fase della programmazione – ha aggiunto Patruno
–, ponendo attenzione ai contenuti, ai
progetti e alle idee in connessione tra di loro. È importante che si facciano
avanti i privati con progetti e idee anche tra più soggetti».
Intanto, una delle
fasi successive prevede la presenza di sei gruppi di lavoro, ognuno per
provincia, coordinati dall’Assessorato di riferimento e da Puglia Promozione, e
che incontreranno il territorio.
L’obiettivo finale
è dunque quello di redigere «un documento
agile, di 10-15 pagine, in cui definire le strategie della Puglia per la
programmazione 2014-2020. E definirsi un arco di tempo nel quale sviluppare e
gestire iniziative e contenuti culturali», ha concluso Patruno.